4 Marzo 2017 - 16:30

Le Tese di Positano, seguendo l’antica via del baratto

Le Tese di Positano, antica via del baratto

Un giro ad anello sulla via delle Tese, che alle spalle abbraccia Positano, passando da Santa Maria del Castello e Montepertuso, ci porta oggi lungo la mulattiera, che in passato legava via terra i 2 golfi. Gli Outdoorini sulle tracce del baratto

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Grazie alla loro posizione strategica tra il Golfo di Salerno e quello di Napoli, i monti Lattari sono stati da sempre un punto di passaggio tra genti e mercanzie, avendo offerto sin dal passato un’alternativa al lungo viaggio che comportava la circumnavigazione della Penisola Sorrentina.

Le mulattiere nascoste tra i monti, che la domenica sperimentiamo oggi con scarpe da trekking e macchina fotografica alla mano, servivamo in passato per comunicare via terra col versante opposto e facilitare scambi commerciali, al di là dei rischi del mare e le razzie sulle strade doganali conosciute.

Le Tese di Positano, antica via del baratto

Tra queste stradine perdute e ritrovate, le Tese, che unisce Positano con Vico Equense e via utilizzata soprattutto nel periodo tra le 2 guerre, oggi porterà gli Outdoorini sulle tracce preziose del baratto.

Partiamo da rione Corvo, il più alto di Positano, per iniziare una salita di circa 8 km che durerà tutta la mattinata, lungo massicci gradoni antichi e tra ripetuti e stretti risvolti. Trekkers a beveruni. Siamo una bizzeffa.

A piedi, e non più a dorso di un mulo, ripercorriamo questa vecchia via dei commerci nella terra aspra ma d’incantevole bellezza della costiera amalfitana, in cui le rocce cadono in verticale nell’acqua, i villaggi sono appesi alle pareti arse dal sole, gli orti sono terrazze in bilico sul mare e le vie per tornare a casa innumerevoli gradini incastonati uno sull’altro.

Da Positano, si trasportavano un tempo soprattutto pesci e carrube ma anche tessuti e corredi nuziali. Quando ancora ci si sposava.

Santa Maria del Castello, verso cui siamo diretti, barattava sale, sigarette e cesti di legno provenienti dai limitrofi paesi di Ticciano e Moiano. Quando ancora si fumava nei luoghi pubblici.

La terra fertile lungo le Tese dava ai commerci vino e carbone, e durante le festività religiose invece offriva rifugio alle genti di montagna che qui si accampavano per partecipare alle celebrazioni ed assistere ai fuochi d’artificio. Quando ancora la religione aveva i suoi fedeli.

Le Tese di Positano, antica via del baratto

Arriviamo alla chiesa di Santa Maria del Castello che spunta da un poggio da dove si vede il monte Conocchia, la cima che ti “sconocchia”.

La postazione della chiesa su una collinetta che pende verso Positano, segnava un tempo i confini del ducato di Amalfi.

Si dice che più volte in passato le popolazioni della piana si siano rifugiate quassù per sottrarsi alle pestilenze e ancora oggi, per lo scampato pericolo e per venerazione mariana, schiere di fedeli il martedì in albis salgono fin qui per rendere onore al culto della statua della vergine in marmo conservata nella cappella.

Fedeli alla Natura Madre, schiere di Outdoorini oggi proseguono dopo la cappella verso il vallone Pozzo e si dirigono verso la caserma della forestale ad una quota di circa 600 m sul livello del mare di Positano.

Profumo di rosmarino, borragine fiorita, zafferano selvatico, viole e scarabei col dorso al sole: la primavera gioca d’anticipo e delle cime innevate del reduce inverno rimane solo il ricordo.

Ancora un paio di tornanti su per i gradoni panoramici e siamo alla forestale. Dopo aver rassodato per bene i glutei ci meritiamo una pausa pranzo di lusso con vista su Positano.

Le Tese di Positano, antica via del baratto

Non abbiamo bisogno del ristorante a 3 forchette che “chiede in cambio un molare”. Godiamo di ciò che basta sotto il cielo di una preannunciata primavera con di fronte li Galli, il promontorio di Punta Campanella e la magica isola di Capri.

Barattiamo tutta questa bellezza con il nostro spirito di condivisione.

Scambi reciproci di paccottiglie e passaggi illeciti di bottiglie con alto tasso alcolico. Broccoli di stagione, chiacchiere carnevalesche, tonni e sgombri dal profumo di mare e liquorini per “digerire”. Traffici commerciali di prodotti handmade a km 0 senza l’uso di alcuna moneta. Questo il nostro baratto. Diamo il nostro tempo per ricevere quello degli altri in cambio.

La misura di valore comune che permette di confrontare tra di loro i valori delle diverse merci di scambio la troviamo nella natura. Ogni scambio costa il valore di una passeggiata.

Il nostro è un mercato equo, gioioso e solidale.

Compriamo oggi risate e ossigeno in cambio della nostra apertura agli altri.

La foga del pranzo e l’entusiasmo della compagnia ci fanno rimettere in cammino con un pericoloso stato di ebbrezza. È l’euforia del camminare e dello stare insieme che ci rende allegri e ritemprati dopo ogni assaggio.

Corriamo sopra gli scalini ora in discesa e tra ripidi tornanti passiamo sulla frazione di Montepertuso gettando gli occhi alla rupe che la sovrasta. Al centro della roccia un pertuso, un buco naturale che lascia passare i raggi del primo pomeriggio sui Lattari.

È il foro che dà il nome all’abitato e che la leggenda vuole provocato dal demonio, gettato con forza dalla Madonna contro la roccia, che con una sola delle 2 corna riuscì a forare.

Le Tese di Positano, antica via del baratto

Sotto l’occhio del foro magico, continuiamo la nostra corsa sul fianco della montagna verso il mare di Positano. Ed eccola la regina della costiera: un girotondo di case policrome attorno alla roccia incastonate, le cupole maiolicate, i vicoli sempre in fiore e l’aria vintage di un’eterna estate. Alle spalle del mare aperto il “volto arcigno della costiera”.

A Positano è sempre vacanza, anche a febbraio. Qui stacchi non con l’ordinario, ma con il tempo. Anche se c’è solo la voce del mare, si sente sempre una musica nell’aria, che continua a girare nella tua testa.

E la voce del mare oggi ci chiama. Di corsa sulla spiaggia assolata con il limoncello che ci gira ancora nella testa, la giornata per noi non è ancora finita. Un tuffo improvviso in mare per un primo bagno di fine febbraio e per sancire quest’altra giornata.

Anche oggi con Outdoor abbiamo vissuto un’escursione di ordinaria follia.

« In questo paesaggio incomprensibile, solo il mare è orizzontale, e tutto ciò che è terra ferma è quasi perpendicolare » Astolfhe de Custine

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