24 Novembre 2015 - 14:59

Lucy, 41 anni fa la scoperta

Lucy

Google ricorda il ritrovamento dell’ominide AL 288-1, ribattezzato Lucy, con un doodle, in quanto frammento del processo evolutivo del genere umano

[ads1] Il gigante del web, la società dedita alla rete più potente, la Google Inc., come di consueto, celebra un particolare avvenimento, modificando lo storico logo. Oggi, 24 novembre 2015, viene ricordato un evento cruciale per lo sviluppo del genere umano: il rinvenimento delle ossa dell’ominide AL 288-1, ossia, Lucy.

Quel tipo di scoperte, che in qualche modo, determinano un cambiamento.

Nel 1972, il paleantropologo francese, Maurice Taibe, ravvisò che l’Etiopia fosse ricca di  resti e fossili, di diversi esemplari: successivamente, gli statunitensi Donald Johanson, Tom Gray, e il francese Yves Cppens, coadiuvati da un’equipe internazionale, scoprì nella regione dell’Afar, Nord-est dell’Etiopia, dei frammenti ossei, pari al 40% dell’intero apparato scheletrico.

Si trattava di una giovane donna, di circa un metro e 30; il ritrovamento avvenne il 24 novembre 1974.

Grazie all’ominide (AL 288-1), i ricercatori approfondirono gli studi circa gli Australopithecus afarensis, a cui il mammifero apparteneva, che visse in Africa tra i 4 e i 3 milioni di anni fa. Dall’analisi, emerse che questa specie presentava già forme di bipedismo, per via della conformazione fisica, e anatomicamente rassomigliava molto più al genere Homo, che ai primati. 

Come ogni leggendaria scoperta che si rispetti, anche questa è contornata di curiosi aneddoti. Il più ovvio è l’origine del nome. Nei sei giorni di lavoro, il gruppo di studiosi ascoltò a ripetizione la canzone dei Beatles “Lucy in the Sky in the Diamonds”. Per tale motivo, e per la portata del ritrovamento, non bastava una fredda e scientifica denominazione. Così fu Lucy.

Buon compleanno, piccola donna!

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