9 Novembre 2015 - 22:20

Mar Mediterraneo, sempre più caldo e acido

Ormai anche il Mar mediterraneo è in forte crisi in seguito al surriscaldamento globale del pianeta. Infatti sta diventando sempre più caldo ed acido

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Greenpeace ha lanciato l’allarme. Anni di ricerche scientifiche dimostrano in maniera alquanto evidente, che anche il nostro Mar Mediterraneo sta cambiando, determinando dei seri effetti. Per tale ragione bisogna intervenire il prima possibile, prima che si arrivi ad un punto di non ritorno.

Il Mediterraneo rappresenta meno dell’1% della superficie marina globale ma ospita, a seconda delle stime, dal 5 al 15% della biodiversità marina nota. Questo “punto caldo” di diversità biologica è anche un punto caldo per i rischi climatici. L’aumento di gas serra, con il conseguente innalzamento della temperatura media globale (+0,8°C rispetto al periodo pre-industriale), ha numerosi effetti sugli oceani del Pianeta e questi effetti sono ormai evidenti anche nel Mediterraneo.

La forte instabilità climatica determina a sua volta un’evidente instabilità alle temperature delle acque marine, e un innalzamento della superficie delle acque stesse. Ciò è dovuto prettamente dallo scioglimento dei ghiacciai, che provoca una maggiore quantità di acqua dolce a contatto con quella salata dei mari, causando dei forti squilibri. Inoltre un’altra problematica che non va assolutamente sottovalutata, condizionando  fortemente la situazione dei mari, ed in particolar modo il Mar Mediterraneo, è la forte quantità di Co2 presente nell’atmosfera.

Mar Mediterraneo, sempre più caldo e acido

Mar Mediterraneo, sempre più caldo e acido

Le acque del mare infatti assorbono un quarto della CO2 che immettiamo nell’atmosfera, circa 20 milioni di tonnellate al giorno, e ciò provoca un aumento dell’acidità degli oceani. L’effetto sui numerosi organismi marini dotati di uno scheletro o un guscio calcareo è lo stesso di una goccia di succo di limone su un guscio d’uovo. La CO2 in acqua diventa acido carbonico e abbassa sia il pH (l’acqua diventa più acida) che la concentrazione dello ione carbonato, il “mattone” fondamentale per costruire lo scheletro di numerosi organismi marini come coralli e conchiglie.Tutte queste strutture diventano quindi più fragili e sensibili ad altri fattori d’impatto,come l’innalzamento delle temperature e l’inquinamento. Dall’inizio della Rivoluzione Industriale, l’acidità degli oceani, intesa come concentrazione dello ione idrogeno (H+), è aumentata del 30%, un cambiamento 100 volte più rapido di quello riscontrato negli ultimi milioni di anni.

Inotre c’è da tenere in considerazione che attualmente nei nostri mari ci si trovano animali marini come: squali, delfini o balene, animali che s’incontrano negli oceani. Questo si sta verificando proprio perché il mediterraneo sta aumentando le sue temperature, e ciò attira animali che solitamente non si trovano nei mari.

Insomma la situazione è più seria di quanto uno possa immaginare, per cui bisogna intervenire al più presto. La natura ha deciso di ribellarsi all’inquinamento dell’uomo.

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