30 Ottobre 2015 - 14:45

“Maximilian”, l’atteso ritorno solista di Max Gazzè [recensione]

Il cantautore romano, dopo l’esperienza in trio con Fabi e Silvestri, pubblica il disco di inediti “Maximilian”, ufficializzando anche le date del tour

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Oggi è uscito il nuovo disco di Max Gazzè, dal titolo “Maximilian”, disponibile in tutti i negozi e nei digital store; composto da 10 canzoni inedite e sfornato a due anni di distanza da “Sotto casa”, è il decimo album in studio (il nono di inediti) del cantautore romano e segna il suo ritorno sulle scene da solista dopo l’esperienza musicale con Daniele Silvestri e Niccolò Fabi. Anticipato dal singolo “La vita com’è” (in rotazione radiofonica dal 18 settembre, è un testo insolitamente gioioso simile a una filastrocca che in poco tempo ha superato 2 milioni di visualizzazioni su YouTube), il disco affronta diversi temi, a partire da “Mille volte ancora”, un brano incentrato sulla lettera di un padre al figlio; il tema dei rapporti umani ritorna in “Teresa”, dove con la consueta ironia il bassista narra di un litigio di coppia. «Questo disco racconta di rapporti, di esasperazioni, di condizioni nei rapporti, detti in chiave ironica e a volte esasperata. In questi tempi è molto più facile separarsi che stare insieme e ricostruire ogni giorno» ha precisato Max Gazzè durante la conferenza stampa di presentazione dell’opera.

La copertina del singolo “La vita com’è”, che ha anticipato l’uscita del disco “Maximilian”

Nella poetica “Sul fiume”, la protagonista del brano è una donna chiusa nel suo dolore, mentre in “Disordine d’aprile”, che tra l’altro è l’unico featuring del disco (con il cantautore capitolino Tommaso Di Giulio), il compositore si diverte con la metrica: «Per me è importante sia il modo in cui è costruito il testo, a livello tecnico, che la metrica. Sono molto attento al suono delle parole. Quello che trovo raccapricciante è il modo in cui vengono messe delle parole in alcune canzoni: se le parole non hanno un loro suono diventano stridenti. C’è la sagra delle rime baciate, delle rime alternate: quello che sento è la mancanza di consapevolezza di come si deve si deve trattare un testo. La canzone è fatta di testo e musica, bisogna trovare il giusto equilibrio tra le due cose. Il testo dev’essere già musica» ha ammesso il musicista nato a Roma ma cresciuto a Bruxelles, che in alcuni testi ha collaborato a quattro mani con il fratello Francesco, scrittore di poesie e paroliere.

In breve” affronta il dramma del suicidio, mentre l’ultima traccia, “Verso un altro immenso cielo”, «è un brano a cui tengo molto, è stato il più impegnativo di tutto il disco. Ci sono già degli elementi che introducono quello che sarà il lavoro nei prossimi anni, anzi magari tra sei mesi uscirà un disco di Maximilian…».

«Maximilian doveva essere uno pseudonimo con cui fare un album di musica sperimentale. In Maximilian vedo me stesso: è difficile descrivermi, non saprei come farlo se fossi solo al mondo. Ci vuole qualcun altro che lo fa, avrei bisogno di uno specchio. Io sono un musicista, sono uno sperimentatore, al di là delle canzoni mi piace sperimentare con i suoni, sono un compositore e anche un cantante. Maximilian è una parte di me che si è staccata e rappresenta quella cosa lì» ha chiarito il cantante, che intanto si prepara al prossimo tour in partenza a fine gennaio 2016 con una tappa in Abruzzo.

Ecco tutte le date del tour: Pescara (30 gennaio), Bologna (5 e 6 febbraio) Milano (9 e 10 febbraio), Torino (11 febbraio), Roma (19 e 20 febbraio), Firenze (25 e 26 febbraio), Riva del Garda (12 marzo), Padova (25 marzo), Rimini (2 aprile).

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