30 Novembre 2016 - 16:32

Medici con l’Africa Cuamm: gli obiettivi raggiunti

“Prima le mamme e i bambini”: in occasione del Meeting Annuale a Padova il Cuamm fa il punto sugli obiettivi raggiunti e lancia nuove sfide

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La salute è un diritto, battersi per il suo rispetto è un dovere”. Con queste parole, che campeggiano sull’homepage ufficiale, i “Medici con l’Africa” del Cuamm (Collegio Universitario Aspiranti Medici Missionari) ci accolgono nel loro mondo, nel loro “ultimo miglio”. Lotta contro l’indifferenza, accesso alle cure per i più deboli, diritto alla salute ne sono i principi guida. È un mondo nascosto, spesso dimenticato, nel quale uomini – prima ancora che medici – trovano radici, spazi e ragioni di vita. E’ un mondo a parte, fatto di povertà, fame, spesso indifferenza. Fardello gravoso da portare sulle spalle, ma soprattutto bagaglio. Di esperienze. Di sfide. E di obiettivi raggiunti. Quelli degli ultimi 5 anni di programma. Quelli di 60 anni di storia del Cuamm.

Dal 1950 per il diritto alla salute

Medici con l’Africa Cuamm è la prima organizzazione non governativa (ONG) sanitaria italiana che si spende nella promozione e nella tutela della salute delle popolazioni africane.

La storia del Cuamm è quella di un’avventura – umana e professionale – i cui artefici sono 1600 tra medici, infermieri, operatori sanitari che mettono a disposizione volontà, unione di intenti e spirito di sacrificio per portare cure e servizi a chi vive nelle zone più povere del mondo, sulla base di una concezione di salute intesa come diritto umano universale.

Un po’ di storia

L’avventura comincia a Padova nel 1950 da un’iniziativa del Professore Francesco Canova, all’epoca medico missionario in Giordania, e dell’allora vescovo, Monsignor Girolamo Bortignon. Lo scopo era quello di formare medici desiderosi di dedicare la loro professione al servizio degli ospedali e delle popolazioni dei paesi in via di sviluppo. L’Africa è poi divenuta il centro nevralgico delle attività del Cuamm. “Con l’Africa” è uno stile di vita. È condivisione. Partecipazione. I problemi e le relative soluzioni vengono affrontati insieme alle popolazioni, in un’ottica di sviluppo integrato e di cooperazione finalizzata alla crescita e al miglioramento della gestione della salute.

Negli anni ’60 il Cuamm prende consapevolezza dei suoi mezzi e della sua identità cavalcando l’onda dei profondi cambiamenti ai quali il mondo – incluso il continente africano – va incontro. Quasi tutti i paesi dell’Africa conquistano l’indipendenza e i medici del Cuamm di Kenya e Uganda, riuniti nel convegno di Nyeri (1968) propongono di integrare gli ospedali missionari con le strutture pubbliche, al fine di garantire l’accesso ai servizi sanitari anche alle fasce più povere della popolazione. L’idea di partenza di Canova prendeva forma.

La svolta nel lungo processo di costituzione di una rete cooperativa di carattere sanitario viene sancita dall’approvazione, nel dicembre 1971, della legge n.1222 volta a realizzare accordi bilaterali tra l’Italia e alcune nazioni africane nel campo della salute. Tra i fautori della 1222, la prima legge – quadro in materia di solidarietà internazionale, vi è il Cuamm, il cui contributo è stato ricostruito attraverso la documentazione conservata nell’archivio storico dell’organizzazione e grazie alla testimonianza di uno degli artefici, l’allora direttore don Luigi Mazzucato, scomparso il 26 novembre 2015.

Gli anni ’80 sono quelli della crisi. Di obiettivi e di strategie. Ma non di risultati. Il Cuamm raggiunge il picco degli invii di risorse umane – circa 345 – e di professionalità diverse: non più solo medici e paramedici, ma anche tecnici, insegnanti, psicologi, personale amministrativo. I paesi del terzo mondo erano però sommersi dai debiti e sopraffatti dalle conseguenti politiche di aggiustamento imposte dalla Banca Mondiale, a scapito di sanità ed istruzione.

Nel ’98 muore Canova, il padre del Cuamm. Ma l’organismo da lui fondato era nel pieno della sua esistenza: due anni dopo spegneva, infatti, le sue prime 50 candeline rilanciando il suo impegno con il convegno “Africa nel 2000, salute per tutti?”, volto a tracciare le successive linee programmatiche, e con l’apertura dell’ospedale di Wolisso in Etiopia.

L’avventura continua

Nel 2002 il Cuamm assume ufficialmente la denominazione di “Medici Con l’Africa”, a sottolineare l’impegno speso non “per”, ma insieme all’Africa. E non solo in campo sanitario. La promozione della cultura nei Paesi del terzo mondo è da sempre un obiettivo primario per il Cuamm. Risalgono al 2007 le prime 13 lauree in medicina degli studenti mozambicani dell’Università di Beira, sostenuta a livello sia economico che didattico dai Medici con l’Africa. Nel 2010, i 60 anni del Cuamm vengono festeggiati con la realizzazione di un libro (“L’avventura continua”) e di una mostra (“Neramadre”), con i quali vengono lanciati nuovi progetti a favore della salute di mamme e bambini.

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Il Meeting Annuale del 5 novembre scorso a Padova non è stato un appuntamento come gli altri. Dopo gli ultimi 5 anni di impegno al fianco dei più deboli, gli obiettivi conseguiti – illustrati alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – non sono solo un punto di arrivo, ma di partenza. Rappresentano la base per un nuovo piano programmatico. Per nuovi obiettivi da raggiungere. Al fianco di mamme e bambini, in particolare. Ovvero la priorità per il Cuamm: garantire un accesso al parto sicuro e la cura del neonato nelle zone del terzo mondo. Utopia – apparentemente – ormai divenuta realtà concreta.

I numeri

I numeri della sfida vinta dal Cuamm nel progetto “Prima le mamme e i bambini” parlano chiaro: 134.910 parti assistiti (+108% rispetto all’obiettivo prefissato), 308.102 visite prenatali, 5.929 trasporti effettuati in ambulanza, 590 tra infermieri e ostetriche locali formati in quattro Paesi dell’Africa sub sahariana (Angola, Etiopia, Tanzania, Uganda).

Ma non basta. Il Cuamm rilancia con il nuovo programma quinquennale presentato a Padova, che prenderà il via nel 2017. Con il progetto “Prima le mamme e i bambini. NutriAMOli”, i Medici con l’Africa si propongono di operare in 10 ospedali, distribuiti nei 7 Paesi di intervento (Angola, Etiopia, Mozambico, Sud Sudan, Sierra Leone, Tanzania, Uganda), al fine di garantire 320 mila parti assistiti, la cura di 10 mila bambini malnutriti gravi e l’accompagnamento nella crescita di 50 mila bambini, per contrastare la malnutrizione cronica. Si allargherà, dunque, l’intervento dal momento del parto ai “1000 giorni”, ovvero il delicato periodo compreso tra l’inizio della gravidanza e i primi due anni di vita del bambino.

Il Direttore Don Dante Carraro insieme ai ragazzi del Cuamm.

Il Direttore Don Dante Carraro con i ragazzi del Cuamm.

Un’attenzione particolare sarà data alla malnutrizione, perché oggi sappiamo che quasi il 50% dei bambini che muoiono in Africa sono malnutriti”, spiega Don Dante Carraro, Direttore di Medici con l’Africa Cuamm. “Nei prossimi 5 anni passeremo da un impegno di 5 a 15 milioni di euro – prosegue Don Dante – è una cifra che fa tremare i polsi, ma con l’aiuto di tutti ce la possiamo fare.”

“Quello che ci interessa, e che fa la differenza, è che queste persone, queste vite, entrino dentro di noi e segnino i nostri cuori, così si scatena un uragano”, le parole di Don Dante a Padova lo scorso 5 novembre, a sottolineare l’impegno attivo e appassionato, volto a ridurre le distanze e ad abbattere l’indifferenza. Ed è l’impegno che emerge in ognuna delle campagne promosse dal Cuamm, come in “Io nasco con te”, l’iniziativa nata dalla collaborazione tra Medici con l’Africa, Morellato e Io Donna per sostenere il parto assistito da personale medico nelle zone più povere del mondo e che ha visto la partecipazione di migliaia di persone.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del Meeting Annuale di Medici con l'Africa Cuamm a Padova.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del Meeting Annuale di Medici con l’Africa Cuamm a Padova.

D’altronde, come ha sottolineato il Presidente Mattarella in occasione del Meeting “tenere tanti milioni di persone in condizioni di povertà, chiudere gli occhi di fronte alle guerre e alle catastrofi naturali, significa sottrarsi a un dovere storico. Inoltre, ogni euro ben speso in cooperazione, in aiuti allo sviluppo, in integrazione con i Paesi africani comporta anche un investimento per il nostro futuro e per il futuro dei nostri giovani”.

Il Segretario di Stato del Vaticano, card. Pietro Parolin, intervenuto nel corso del Meeting, ha ribadito i principi ai quali si ispira il Cuamm: “La radice del Cuamm nasce dal Vangelo: andate e curate i malati. Bisogna fare un’alleanza di fraternità nel mondo, occuparsi dei poveri tra i poveri e aiutarli a crescere.”

Sembrano risuonare nella mente le parole di Don Luigi Mazzucato: “Il principio guida del Cuamm è sempre stato quello della libertà. Io ho sempre detto: poveri ma liberi, non condizionati dalle convenienze, guardando solo dove maggiori sono le sofferenze, mossi dalla ricerca della verità.” Sempre in prima linea, con lo sguardo rivolto verso l’”ultimo miglio”.

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