27 Dicembre 2016 - 12:55

NBA: quando la lega ammette l’errore

NBA

La NBA fa mea culpa sulle sviste di Cavalier – Warriors. La partita, vinta dalla compagine di LeBron per 1 punto, negli ultimi due minuti ha rivelato più di un errore arbitrale

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Nello sport, come nella vita, ammettere un errore è la cosa senza dubbio più difficile da fare.

Ogni volta che si presenta una situazione ambigua, il pensiero volge a tutti i differenti contesti che si sarebbero presentati e a come sarebbe finita se quello specifico errore non ci fosse stato.

In questa situazione, inoltre, è solito, accanto alle ire (sportive) degli appassionati, anche un silenzio della “gestione” centrale della disciplina in questione che, pensando di favorire la terzietà su un argomento scomodo, decide di tacere su ogni “fischio” incerto.

Ad andare totalmente controcorrente è, però, una delle Leghe più seguite a livello mondiale e più apprezzate per l’equità nella conduzione interna: l’NBA.

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La lega delle stelle del basket, infatti, dopo una spettacolare partita fra i Cleveland Cavaliers e i Golden State Warriors, remake delle Finals dello scorso anno, ha ammesso, come accaduto spesso questo stagione, una serie di errori che, di fatto, hanno permesso ai campioni in carica di vincere per un punto.

Andando per ordine, e tuffandosi totalmente nell’atmosfera della Quicken Loans Arena, si può dire che la Christmas Night (lo spettacolo di Natale dell’NBA) ha permesso di vedere i due minuti, circa, peggiori per gli arbitri dell’intera lega.

Errore numero 1: mancano 1,45 minuti allo scadere e le squadre sono sul 103 pari. I Cavs si tuffano all’attacco e dopo una buona circolazione, la palla viene affidata a LeBron James che sta arrivando a rimorchio da dietro. La possente ala di Cleveland non ha paura di metterla dentro e, facendosi spazio nella difesa avversaria, schiaccia violentemente. In tutto ciò, però, c’è un problema, che è rappresentato dal canestro arpionato da King James che andrebbe sanzionato con un fallo tecnico (che avrebbe concesso un tiro libero e poi la rimessa per gli avversari) ma che non viene mai fischiato dalla terna arbitrale.

Errore numero 2: sono rimasti pochi secondi alla fine della partita e, con i Cavs in vantaggio di 1, l’attacco viene affidato a Kevin Durant. L’ala blu-oro cerca di liberarsi del suo marcatore, Jefferson, ma,con l’intento di tornare oltre la linea dei tre punti, cade rovinosamente a terra, a causa di uno sgambetto più o meno visibile dell’avversario, e tenta un disperato tiro che, finendo lontano dalla retina, sancisce la vittoria dei Cavaliers.

L’ammissione delle due sviste, che al pari di altre ha ribaltato le sorti di una partita in bilico, non cambia di certo il risultato ma si inserisce in un nuovo codice etico, al fine di far emergere tutta la trasparenza della lega, voluto da Adam Silver (sostituto di Stern alla guida dell’NBA) dal febbraio 2014.

In pratica, facendo un mea culpa generale, non solo si ammette l’errore ma, contemporaneamente, si cerca di istruire di continuo la classe arbitrale a non commettere più sbagli del genere…

…per la gioia di tutti i moviolisti.

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