14 Novembre 2016 - 13:01

Niente di vero tranne il lunedì

Lunedì mattina, ore 09 e 30. Mi sveglio, con un motivetto in testa: è So Long Marianne di Leonard Cohen, partito per il viaggio più lungo della sua esistenza qualche giorno fa. Accendo il Pc, la ascolto, la canto finalmente senza l’ossessione del motivetto con cui mi sono svegliato e che risuona monotono, fermo al ritornello, come un vecchio giradischi rotto. È lunedì! È il momento in cui si comincia a guardare le previsioni meteo, così giusto per capire quale settimana del cazzo stai per affrontare (come se il lunedì non bastasse a ricordarti che, a prescindere dal clima, hai davanti sette giorni di cui sai solo il nome di ognuno). La colazione è sempre la stessa, il latte è da comprare e il caffè fa più schifo del solito. Accendo una sigaretta, mi affaccio alla finestra e il mondo gira in moto costante. Nubi e cielo minaccioso, l’ennesima giornata di un novembre incazzato e “piagnucolone”. Devo scrivere per il giornale, devo rifare il letto e comprare le sigarette (ne ho altre quattro, troppo poche). La dirimpettaia continua a sbattere tappeti polverosi e osserva con l’occhio fino il susseguirsi di gente che entra nel palazzo. Chiudo la finestra, in TV si parla di Trump. Mi chiuderei volentieri in una camera iperbarica, giusto un mesetto. Ma mentre penso a dove acquistarla, capisco che l’unico posto dove posso chiudermi al momento è il bagno (la sigaretta e il caffè stanno prendendo possesso del mio intestino). È lunedì, un giorno troppo complicato. Così malinconicamente vicino alla domenica, ma allo stesso tempo troppo lontano. Ho una settimana a disposizione per mettere in circolo i miei buoni propositi, che puntualmente da un quarto di secolo, disattendo con precisione maniacale. Inizio a metabolizzare il fatto che sia lunedì, riprendo possesso dei miei sensi confusi. Rifaccio il letto, che solo al militare rifanno più velocemente. Il computer l’ho acceso prima, la faccia di Leonard Cohen è fissa e mi chiede “ascolta anche il brano seguente”. No, ora è tempo di Blue Monday dei New Order. Un’altra sigaretta. Mi siedo alla scrivania e mi rimetto a scrivere, forse una delle poche cose che so fare meglio. A parte maledire puntualmente, sempre da un quarto di secolo, il lunedì. E chi l’ha creato. Ah, oltre al latte devo comprare anche il filo interdentale. 

Amen.