12 Ottobre 2016 - 12:20

Non esistono più le mezze televisioni

Esco da una di quelle influenze devastanti, che ti uccidono a vista. Bloccato sul divano, inerme, senza molto da fare. Anche solo leggere un libro sarebbe diventata un’impresa difficilissima. Ed allora, mosso da insostenibile e incontrastabile “morbo dello zapping”, ho iniziato a girare e rigirare canali su canali, alla ricerca di qualcosa che in qualche modo potesse tenermi compagnia durante la degenza. Ed è lì che mi sono imbattuto nelle trasmissioni televisive di sor Silvio. Una in particolare, Grande Fratello Vip: un insieme di imbecilli (ma questa volta famosi) rinchiusi in una casa. Vecchie glorie, riunite insieme come nella partita del cuore. Li trovi tutti là, parlanti, il che aiuta a non confonderli con dei branzini d’allevamento. Mosso da curiosità, ho iniziato a seguire dieci minuti di trasmissione. Poi la febbre è salita, non so a questo punto se per l’influenza, e quindi a malincuore ho dovuto spegnere. Faccio un giro su Facebook, magari scorrendo la Home mi abbiocco. E scopro, con immenso e piacevole stupore, di non essere stato l’unico a seguire i vipsssss. Mi sono sentito un pò meno stupido, o meglio, non mi sono sentito l’unico. Si, ma io avevo l’influenza. Ma voi? Quale motivo vi ha spinto? Probabilmente lo stesso mio. O forse no. “Non è che sono fuori moda io. E’ che sono troppo di moda gli altri”, ho pensato. Se lo guardano, ci sarà un motivo! Probabilmente si cerca di fuggire dai problemi quotidiani, li guardi un pò, e pensi che in confronto a loro, i tuoi non sono problemi ma hobby. Ma è impensabile una vita senza problemi: c’è quello per cui non riesci ad aprire il tonno perchè ti si è rotta la chiavetta, e c’è quello che sei su un aereo che sta precipitando. Ma il segreto è uno solo: pensare sempre in positivo. Per esempio che, nell’impatto dell’aereo al suolo, si apra il tonno. La Tv è finita, sepolta sotto una coltre di polvere e merda. Prima, quando facevi zapping, trovavi anche trasmissioni piuttosto interessanti. Ricordo ancora Carramba di Raffaella Carrà. Pensate che scoprì lei per la prima volta i Ragazzi Italiani. Per chi non lo sapesse, erano un quintetto, cioè un coro di cinque ragazzi, ognuno dei quali era convinto che gli altri quattro stessero cantando. Poi piangevi per il cugino di terzo grado emigrato in Argentina (stavano tutti lì i parenti) che il tizio di turno riabbracciava dopo circa trent’anni (era un tempo minimo secondo me stabilito dalla produzione: “da quanto tempo non vede suo cugino? 29 anni? Torni l’anno prossimo). E poi c’erano le trasmissioni per noi bimbi. Chi non ricorda “Solletico” e il dubbio in cui ci ha lasciati: ma alla fine, Carmen Sandiego, dove cazzo sta?! La Melevisione, Tonio Cartonio e le sue invenzioni beote, che quando ti diceva “usa le forbici dalla punta arrotondata” e tu ce le avevi, ti dava quel senso di gioia immenso che potevi stare per ore con queste cazzo di forbici in mano, ma senza avere la benchè minima idea di come usarle. Tonio Cartonio faceva un meraviglioso fiore in plastilina? A te usciva un porta saponette, con i tuoi genitori che ti dovevano anche dire che era meraviglioso, altrimenti ti incazzavi a iena e bestemmiavi correndo con le forbici in mano. E così Art Attack, con Neil l’artista che creava opere d’arte con qualsiasi cosa avesse tra le mani, disponendola a terra in maniera logica. E tu lo facevi, lo imitavi. Prendevi la qualsiasi, la mettevi a terra, sudavi come un porco un pò per lo sforzo di pensare cosa cazzo creare, un pò perchè cercavi la roba adatta. Risultato? Un’accozzaglia di cose buttate a terra, che non assomigliavano assolutamente a nulla. E’ forse per questo che siamo cresciuti così deviati e socialmente instabili. Ma darei chissà cosa per vedere i miei coetanei giocare con la plastilina, buttare cose a caso a terra e creare opere d’arte. Ma devo accontentarmi di vedere cosa fa Valeria Marini quando caca, o cosa pensa il vip di turno sul nuovo taglio di capelli di Alfonso Signorini. Basta non vederlo, direte voi. Appunto, basta non vederlo. Ottima riflessione.