6 Aprile 2017 - 12:24

Omicidio di Alatri, la sorella di Emanuela parla a Le Iene

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La sorella di Emanuele Morganti parla a Giulio Golia de Le Iene. Melissa Morganti rivela alcuni sconcertanti particolari sull’omicidio di Alatri

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All’indomani dell’iscrizione nel registro degli indagati per l’omicidio di Alatri di Franco Castagnacci, padre dei principali imputati Mario Castagnacci e Paolo Palmisani, e dei quattro buttafuori del locale teatro del violento pestaggio costato la vita ad Emanuele Morganti, parla la sorella del giovane ucciso, Melissa.

La donna ha aperto il proprio cuore all’inviato de Le Iene, Giulio Golia, e ha rivelato alcune informazioni, già al vaglio della procura, che potrebbero imprimere una svolta decisiva alle indagini. Nella videointervista Melissa Morganti parla delle ultime ore di vita del fratello, ma anche di alcune confidenze che il giovane le avrebbe fatto pochi mesi prima del pestaggio che gli è costato la vita.

La morte di Emanuela frutto di una vendetta

Melissa ricorda le parole del fratello, che le raccontò un episodio particolare accaduto nel mese di dicembre “C’è una ragazza che mi guarda sempre” aveva confidato Emanuele alla sorella “però è fidanzata. Un giorno ci ho parlato un po’, mentre me ne andavano ho il visto il fidanzato che la stava picchiando. Io mi sono messo in mezzo per fermarlo. Era talmente ubriaco che gli ho dato una spinta per scansarlo da lei ed è caduto. L’ho tenuto a terra e ho chiesto aiuto. Sono arrivati i suoi amici e io me ne sono andato, mentre lui  mi urlava: ‘Sei morto, sei morto'”.

Inizialmente restio a rivelare il nome del ragazzo che lo aveva minacciato, Emanuela si convinse poi a rivelare l’identità del balordo. Melissa Morganti ci ha tenuto a specificare, però, che non stava accusando il giovane per l’omicidio di Alatri, semplicemente stava avanzando un’ipotesi oltremodo concreta perchè avvalorata da alcucne ricerche effettuate personalmente.

La sorella dello sfortunato ventenne ha scoperto, cercando su Facebook, che il ragazzo che aveva minacciato Emanuele era un grande amico di uno dei due principali imputati, e la prova viene dalle decine e decine di foto che ritraggono i due insieme in varie occasioni. Nei giorni in cui avvenivano i fatti, però, questo individuo era in carcere, quindi l’esecutore materiale del pestaggio non può essere lui. Ma il fatto che fosse così vicino ad uno degli imputati può non essere un caso?

La tesi della famiglia

L’ipotesi della famiglia Morganti, quindi, è che Emanuele sia stato vittima di un tranello, di una vendetta. Queste affermazioni sono state ripetute anche alla Procura, che le sta vagliando e ne terrà conto per la prosecuzione delle indagini. Nel frattempo rischia un procedimento anche il giudice che aveva disposto la scarcerazione di Mario Castagnacci il giorno prima del pestaggio. Il Comitato di presidenza del Csm ha infatto autorizzato l’apertura di una pratica in Prima Commissione, accogliendo la richiesta del laico di Forza Italia Pierantonio Zanetti, che aveva evidenziato “seri interrogativi sulla correttezza dell’iter processuale”.
Castagnacci era stato fermato a Roma il 23 marzo per il possesso di “grandi quantità di stupefacenti”, ma poi era stato scarcerato il giorno dopo nell’udienza per direttissima, nonostante fosse recidivo.
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