1 Febbraio 2017 - 15:09

PD, lista D’Alema e il nuovo listone unico della sinistra

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Il PD si ritrova fra l’incudine e il martello in vista delle prossime elezioni politiche. D’Alema, Bersani e Vendola preparano la nuova controffensiva da sinistra

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L’aria pre-elettorale, o almeno così si presuppone stando alle esternazioni degli ultimi giorni, ha permesso di stabilire non tanto le regole del gioco, fondamentali in un periodo di incertezza sulla legge elettorale, ma ciò che accadrà in vista di un nuovo appuntamento con le urne.
A destare, non più di tanto, scalpore è il processo di trasformazione a sinistra del PD che da un lato porta ad una riflessione all’interno dei democrats e dall’altro ad un’attenta analisi di ciò che potrebbe nascere a pochi mesi dal voto.

Pd

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Tutto ciò che sta accadendo, scontato in virtù dell’eccessiva litigiosità nel partito di maggioranza relativa, porta a due elementi specifici che implicano ricadute tanto dal punto di vista elettorale quanto politico/pratico.

Facendo riferimento al primo punto, la formazione di una lista D’Alema, attualmente non del tutto appoggiata dalla minoranza dem, avrebbe il merito di frammentare ancor di più il bistrattato sistema partitico italiano.

Annoverato fra i “partiti” a due cifre (percentuale, a dir la verità, sovrastimata rispetto ad un reale riscontro), il listone della sinistra, che comprenderebbe anche SI, dal punto di vista elettorale riuscirebbe a raggiungere due obiettivi: la crisi, definitiva, del renzismo e l’obbligo di “rivisitazione” del centro-sinistra.

Questa possibilità, non del tutto remota, garantirebbe soltanto ulteriori perdite nell’ambito della sinistra, o di ciò che ne rimane, in quanto le continue “trame di palazzo”, come l’operazione in questione ed altre portate avanti negli ultimi trent’anni con D’Alema quasi sempre protagonista, aumenterebbero la volatilità di un elettorato troppo stanco di eterne, ed inconcludenti, lotte per la leadership.

Dal punto di vista prettamente politico, le problematiche sarebbero, sostanzialmente, due: convincere l’elettorato che il progetto è totalmente nuovo, cosa al momento difficile avendo al suo interno personaggi navigati della politica italiana (lo stesso D’Alema, Bersani e Vendola) e, allo stesso tempo, che le rimostranze tra i gruppi di qualche mese fa sono state totalmente debellate.

L’ambito politico/pratico rappresenta un ostacolo quasi insormontabile, in quanto il progetto, pur essendo nuovo, si presenta come una riedizione dell’Ulivo fine anni ’90 (con stessi interpreti e sigle) ed inoltre non chiarisce quali obiettivi specifici, data la distanza abissale nelle idee degli uni e degli altri maturata negli anni, si propone questo ennesimo, vecchio, esperimento partitico italiano.

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