29 Gennaio 2017 - 15:50

PD: paura e delirio in vista del voto

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Nel PD riemerge la lotta fratricida fra maggioranza e minoranza, le parole di Renzi e D’Alema specificano quale percorso le due aree intendono affrontare

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La pronuncia della Corte Costituzionale ha messo in moto le strategie dei diversi partiti in vista della prossima tornata elettorale. In questa fase di preparazione alla nuova competizione, il PD è il partito che non solo si è mobilitato maggiormente  invocando, a fasi alterne, il ritorno alle urne ma anche quello che mostra, almeno allo stato attuale, la situazione più complicata nello spettro del sistema partitico italiano.

Gli interventi di Renzi e D’Alema, in occasione delle due manifestazioni a Rimini e Roma, hanno evidenziato quanto l’ambito democrats sia tutto da scoprire da qui ai prossimi mesi.

Facendo riferimento all’area di maggioranza, quella renziana, le dichiarazioni dell’ex Premier e Segretario (“la competizione sarà a tre: il gruppo di Grillo, un’area di destra, vedremo se faranno accordi, un’area più legata al Ppe o se Berlusconi e Salvini si rimetteranno insieme. E poi ci sarà un’area variamente intesa”) mostrano una precisa strategia da parte di Renzi.

Facendo leva sulla celerità nell’organizzazione in vista di un appuntamento cruciale per il partito come quello elettorale, l’ala maggioritaria da un lato cerca di rafforzare la leadership, attraverso l’imposizione di una propria strategia fondata su alleanze variabili e da costruire nel tempo, e dall’altro di isolare definitivamente la minoranza interna, evitando il percorso congressuale per salvare lo status quo.

In questa specifica situazione, la rottura interna al’organizzazione pare inevitabile, configurando uno scenario in cui viene privilegiato il leader carismatico e il suo programma, e l’incontro di Rimini sembra spingere sempre più verso un nuovo contenitore (il Partito della Nazione?) collocato anche al di fuori della recente tradizione partitica di centro-sinistra.

A confermare la rottura sono anche le parole dell’ex Segretario Ds D’Alema (“se la sordità prevarrà e prevarrà l’idea di correre ad elezioni senza un progetto, dev’essere chiaro che una scelta di questo tipo renderebbe ciascuno libero”) che, sfidando a viso aperto i renziani, propone un ulteriore soluzione che, a detta dell’ex Premier, porterebbe alla ricostruzione di un nuovo centro-sinistra, alleato con Si e parti della società da sempre legate allo spettro a sinistra del PD.

Anche in questo caso, al pari dell’operazione portata avanti da Renzi, si assiste ad una vera e proprio imposizione della personale strategia, che si differenzia da quella degli “avversari” per il solo fatto di voler riproporre una ricetta già sperimentata e, in tempi non sospetti, mal digerita dagli italiani.

Con la creazione di un nuovo centro-sinistra, infatti, il pericolo che la minoranza corre è quello di scomparire definitivamente dal quadro partitico italiano, rimanendo schiacchiata dall’autorità elettorale dei “concorrenti interni”, e dissolversi in ulteriori mini-gruppi ininfluenti nell’ambito nazionale. [ads2]