8 Giugno 2017 - 10:09

Playback e imprecisioni ai #WMA: pioggia di polemiche dal web. Ermal Meta difende il live

Playback

La 10° edizione dei Wind Music Awards si è conclusa tra polemiche, insulti e critiche provenienti dal mondo del web, diretti agli artisti che al live hanno preferito il playback. Ermal Meta tra i premiati, ha detto la sua a chi critica le imperfezioni della performance dal vivo

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Playback o live?

Playback o non playback? Questo è il problema. È il dilemma amletico che ha infiammato l’ultima edizione dei Wind Music Awards. In moltissimi sono insorti sul web e si sono scagliati contro gli artisti che hanno scelto la facile e poco apprezzata via del playback per raccogliere e portare a casa premi e riconoscimenti. Al centro della bufera la coppia Rovazzi-Morandi che nel corso della prima serata dei #WMA si è esibita in una performance tutt’altro che live, scatenando le reazioni di chi ha urlato allo “scandalo playback”.

Non è bastata la contro risposta di Gianni Morandi che ad un utente Facebook ha confessato: “Ciao Ema… Ci sono stati problemi tecnici e forse io non so più cantare… Un abbraccio forte” per placare il dilagare di critiche e di additate contro l’evento musicale che dovrebbe contraddistinguersi per la fruizione live delle esibizioni. Infatti nel corso del secondo appuntamento con lo show promosso dalla Wind, la curva dell’attenzione si è spostata verso un’altra interprete, Gianna Nannini.

La regina del rock italiano non è stata risparmiata dalla pioggia di commenti negativi piovuta su Twitter. “Gianna Nannini in playback, imbarazzante” – ha twittato un probabile opposer – “Gianna #nannini premio per il live, e ha cantato in playback” ha replicato un altro. Altri cinguettii hanno preferito l’ironia per “condannare” il momento poco musicale della Nannini: “Gianna Nannini per far capire bene che fosse in playback sta cantando la versione rallentata”.

L’incidente Charlie Puth

Ad alimentare il caos relativo alla questione live/non live ci ha pensato la gaffe messa a segno dall’organizzazione dei #WMA, infatti l’ospite internazionale Charlie Puth una volta salito sul palco per offrire al pubblico un assaggio dal vivo della hit Attention, si è dovuto scontrare con un microfono rigorosamente spento. Anche in questo caso, la replica del web non si è fatta attendere e l’episodio è passato come riconferma del brutto vizio del playback ai Wind Music Awards.

Per fortuna c’è stato chi ai #WMA ha “veramente” cantato, tuttavia anche in questa occasione l’esigente ed impassibile pubblico social non si è risparmiato. A quanto pare, l’esercito di follolwer che si nasconde dietro le tastiere di pc e smartphone, esige e pretende l’esecuzione perfetta. Ed ecco che in un attimo i grandi nomi della musica italiana come Giorgia, Renato Zero, Eros Ramazzotti e lo stesso Morandi, si ritrovano ad essere criticati, colpevoli di non aver reso al meglio l’effetto live. E che dire di Emma Marrone? La cantante salentina non solo è stata derisa per l’outfit definito “sadomaso” ma in più è stata insultata per le innumerevoli steccate che avrebbe preso nel corso della performance.

L’imperfezione è emozione

Tra gli artisti che hanno preferito il live rientra anche Ermal Meta. Il suo inno alla non-violenza è risuonato a suon di applausi all’interno dell’antico anfiteatro

Playback

dal profilo Twitter di Ermal Meta

veronese. Il cantautore ha pensato bene di scendere in platea per condividere con i presenti all’evento il suo messaggio, la sua musica. Un momento particolarmente emozionante, siglato da un gesto semplice, ma dall’immenso valore simbolico: Ermal ha preso in dono un palloncino giallo direttamente dalle mani di un “lupo” (così si fanno chiamare i suoi fan). Eppure anche al cantante albanese sono state rinfacciate via social alcune sbavature di troppo.

“È facile essere imprecisi quando si canta completamente dal vivo senza voce preregistrata. Io preferisco essere impreciso, ma vero” – ha risposto il cantante con un tweet – una dichiarazione secca e diretta che va  a stroncare senza aggredire, un polverone sollevato con troppa superficialità. Una replica pacifica e corretta quella di Ermal Meta che invita a ricordare l’obiettivo primario di chi ascolta musica dal vivo: la condivisione di sensazioni. Del resto si sa, non è la perfezione a fare grande una performance live, ma l’intensità delle emozioni percepite e trasmesse.

 

 

 

 

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