11 Febbraio 2015 - 00:43

Prima serata del Sanremo di Conti: melenso e democristiano

Al via il Festival di Sanremo firmato Conti: il conduttore political correct porta l’Italia indietro negli anni ai tempi della democrazia cristiana

[ads1]

Sanremo è Sanremo, si sa, ma mai come quest’anno è stato così democristiano. Dopo un Presidente della Repubblica proveniente dalla DC, Carlo Conti confeziona questa edizione alternando momenti melensi agli omaggi ai Family Day. Non con due o tre figli, ma sedici. Dopo un’anteprima piena di pubblicità, con breve presentazione dei cantanti in gara e del significato (se c’è) delle canzoni, il presentatore ha dato il via alla gara.

Dopo quasi un minuto e mezzo di breve introduzione, a rompere il ghiaccio è Chiara Galiazzo, una bella voce al servizio di canzoni brutte. Dopo la prima presentazione è scesa dalle scale (che ritornano) Emma Marrone, vincitrice tre anni fa col brano made Francesco Silvestre Non è l’inferno.

Con  aneddoti sulla sua vita (non richiesti), sul palco c’è Gianluca Grignani, con un nuovo brano, la prima bella canzone della kermesse. Scesa Arisa, vincitrice lo scorso anno col brano Controvento, si è fatta subito da parte per far cantare Alex Britti e Malika Ayane. La cantante milanese propone Adesso è qui (Nostalgico presente), il secondo pezzo più bello.

sanremoTiziano Ferro è il primo ospite della  puntata, incanta il pubblico meritandosi la standing ovation con i brani Non me lo so spiegare, Sere nere, Voglio farti un regalo. Si inginocchia sul palco più nazional popolare di sempre e presenta l’inedito del suo best of Incanto. Oltre Malika Ayane e Gianluca Grignani, Ferro porta le belle canzoni sul palco dell’Ariston, diventate patrimonio comune e non cadute nel dimenticatoio come le ultime edizioni del festival. I Dear Jack sono i primi amici di Maria De Filippi: pezzo debole che non esplode come ci si aspettava. Ma per questa sera rimane il pezzo più orecchiabile.

Arriva anche quest’anno Alessandro Siani con un monologo (quasi) comico in cui include la passione per i divoratori di televisione per il cibo (Master Chef, etc) , prendendosela scherzosamente con un musicista in carne e sciorinando battute non richieste sui ciccioni. È il momento più noioso della prima metà del Festival (oltre le inutili Emma, ArisaRocío Muñoz Morales), ma si becca l’applauso chiudendo il suo pezzo con Quando quando di Pino Daniele. Anche se  Daniele, Mango e il cantante dei Banco del Mutuo Soccorso dovevano essere omaggiati durante la sigla iniziale.

Al Bano e Romina Power tornano a Sanremo dopo ben 24 anni: la platea canta Cara terra mia e Felicità.  Al Bano si dedica a momenti spazzatura con l’ennesima flessione sul palco, minestra trita e ritrita. Romina imbarazzata lascia il posto all’ex marito che canta È la mia vita. Salutando i cantanti apprezzati più in Russia che in Italia, parte la base per il Felicità-bis ma nessuno canta. Arisa ed Emma totalmente impacciate hanno dato l’impressione di non sapere dove stiano.

Nek azzecca il pezzo con Fatti avanti amore, pezzo radiofonico e con un ritornello di facile presa. Il pezzo più inutile è Io sono una finestra della coach di Amici Grazia Di Michele, la quale questa volta porta con se  sul palco di Rai 1 Mauro Coruzzi (nel 1993 c’era Rossana Casale)dando vita ad un recitato fuori luogo. Annalisa, altra allieva della De Michele, porta un (bel) pezzo firmato da Silvestre dei Modà.

Questa prima puntata del Festival non brilla per belle canzoni di facile presa. Sono stati più i momenti democristiani, in cui Carlo Conti ha confezionato il suo Sanremo nazional popolare, che le canzoni belle. Fuori luogo gli abiti delle tre inutili presentatrici.

[ads2]