3 Novembre 2015 - 10:00

Pupi Avati, una vita per il cinema

Pupi Avati

Oggi, 3 novembre, cade l’anniversario della nascita di Pupi Avati, il celebre regista bolognese di film che hanno segnato la storia del cinema italiano

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Nato a Bologna il 3 novembre 1938, figlio di un antiquario e fratello di un produttore e sceneggiatore, Giuseppe Avati, in arte Pupi, è uno dei registi più apprezzati nel panorama cinematografico italiano.

Inizialmente, frequenta la Facoltà di Scienze Politiche a Bologna, poi lavora per quattro anni come rappresentante della Findus surgelati (“i quattro anni peggiori della mia vita”, dichiarerà in un’intervista); successivamente, intraprende una carriera da musicista nel mondo del jazz: dal 1959 al 1962 è un membro della Doctor Dixie Jazz Band in qualità di clarinettista, ma poi lascia il complesso musicale dopo l’ingresso di Lucio Dalla.

pupi avati

Pupi Avati, una vita per il cinema

Dirige il suo primo film nel 1968, “Balsamus, l’uomo di Satana”, cui segue l’anno successivo “Thomas, gli indemoniati”, che vince un premio al Festival di Locarno.

Collabora anche alla sceneggiatura dell’ultimo film di Pier Paolo Pasolini, “Salò o le 120 giornate di Sodoma”, negli anni seguenti dirige “La casa dalle finestre che ridono” (1976), film diventato un cult del genere horror che ha appassionato generazioni di giovani.

Il 1978 è un anno molto importante per Pupi Avati, perchè il suo nome diviene noto al grande pubblico in seguito alla me in onda sulla RAI dello sceneggiato “Jazz Band”, che racconta la storia della Doctor Dixie Jazz Band, seguito da “Cinema!!!” ed altri tre lavori televisivi di Avati (Dancing Paradise del 1982, Accadde a Bologna del 1983, È proibito ballare del 1989).

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Una scena del film “Storia di ragazzi e di ragazze” di Pupi Avati (1989)

Con il suo “Aiutami a sognare” Mariangela Melato vince nel 1980 il Nastro d’argento e il David di Donatello come miglior attrice. Fra gli altri film diretti, “Dancing Paradise” (1981), il pluripremiato “Una gita scolastica” (1983), “Noi tre” (1984, premio speciale della Giuria al festival di Venezia), “Regalo di Natale” (1986), “Storia di ragazzi e di ragazze”, “Magnificat” (1992), “Festival” (1996) e “Il testimone dello sposo” (1997).

Nel 2003 gli viene assegnato il David di Donatello come miglior regista per “Il cuore altrove”, film sentimentale che vede protagonisti il timido Neri Marcorè e Vanessa Incontrada nel ruolo di una giovane e bella ragazza non vedente.

Il 2005 è l’anno de “La seconda notte di nozze”, con protagonisti di nuono Neri Marcorè e Antonio Albanese, e per la prima volta sul grande schermo la cantante lirica Katia Ricciarelli, accolta da una critica entusiasta.

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Una scena de “Il cuore altrove” di Pupi Avati  (2003)

Nel 2008 esce Il papà di Giovanna, nel 2009 Gli amici del bar Margherita e nel 2010 Il figlio più piccolo  e Una sconfinata giovinezza.

Nel 2011 ha presentato in concorso alla Festa del cinema di Roma il film Il cuore grande delle ragazze, con la partecipazione di Micaela Ramazzotti e del cantante Cesare Cremonini. Nel 2013 dirige la sua nuova fiction con Christian De Sica dal titolo Un matrimonio, in onda su RaiUno.

Sempre nel 2008 ha pubblicato la sua autobiografia Sotto le stelle di un film, edita da Il Margine, e ha vinto, per il film Magnificat del 1993, il XX Premio Internazionale Ascoli Piceno, organizzato dall’Istituto Superiore di Studi Medievali “Cecco d’Ascoli”.

Il suo ultimo film, “Un ragazzo d’oro” (2014) con Sharon Stone e Riccardo Scamarcio, gli fa vincere il premio come miglior sceneggiatura dell’anno al Montrel World Film Festival in Canada.

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