19 Luglio 2016 - 15:29

R1 Robot, il robot umanoide nelle case degli italiani

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R1 sarà un amico fidato che ci aiuterà nelle faccende domestiche o nel lavoro da ufficio. Lo vedremo in hotel dietro il banco della reception o in ospedale in aiuto di infermiere e caposala nella gestione di cartelle e dati

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L’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) ha da poco annunciato la nascita di R1, un robot sviluppato appositamente per l’utilizzo come assistente domestico. Descritto come your personal humanoid, si tratta di un robot alto circa da 125 a 140 centimetri e dal peso di circa 50 KG.

Realizzato in plastica, fibra di carbonio e metallo, R1 è “concepito per operare in ambienti domestici e professionali”. IIT ne realizzerà un primo modello commerciale nel corso dei prossimi 18 mesi, in collaborazione con investitori privati interessati alla produzione di massa.

Il punto da cui si è partiti è l’Cub, un robot realizzato anch’esso da IIT per scopi di ricerca. Rispetto ad esso R1 vanta alcune piccole ma significative differenze. In primo luogo, è stato progettato basandosi sulle reazioni e le interazioni umane, un lavoro svolto “in collaborazione con designers, creativi e neuroscienziati per capire quali aspetti della forma e movimento del robot lo fanno sembrare più umano“.

Anche se in effetti non è particolarmente “umana” la capacità di modificare l’altezza (da 125 a 140 cm) o la lunghezza delle braccia (13 cm). Caratteristiche che però rendono R1 più flessibile e in grado di adattarsi a un maggior numero di ambienti e situazioni – così come la torsione della parte superiore (torso). La batteria integrata promette tre ore di autonomia. Si muove su ruote, e vien da sé che non può fare le scale. La velocità massima è 2 Km/h, che dovrebbe garantire una buona sicurezza.

“Le mani e gli avambracci del robot sono ricoperti di una pelle artificiale“, con sensori per simulare il tatto. Le mani hanno la forma di guanti a monopola e possono afferrare e sollevare oggetti fino a 1,5 Kg di peso. Tutti i 28 attuatori (i motori che permettono i movimenti) hanno una frizione di sicurezza, che limita i rischi per le persone.

In secondo luogo, R1 è dotato di un’Intelligenza Artificiale “studiata e sviluppata direttamente sull’umanoide“. Si è lavorato, in altre parole, allo sviluppo di un’intelligenza strettamente correlata al corpo dell’R1 – dove generalmente si cerca di sviluppare IA indipendenti dall’aspetto fisico. Il “cervello” di R1 in altre parole impara anche in relazione al suo corpo, come accade in misura diversa anche per animali ed esseri umani.

La “faccia” di R1 è un schermo LED a colori e può assumere diverse espressioni, che dovrebbero aiutare la comunicazione con gli esseri umani. Ci sono anche 2 telecamere stereoscopiche, uno scanner 3D, sensori per l’equilibrio, accelerometro, giroscopio, microfono e altoparlanti. “Nella pancia alloggiano, inoltre, i 3 computer che governano le capacità del robot, dal calcolo al movimento della testa e al controllo dei sensori”. Non manca la scheda Wi-Fi per collegarsi a Internet tramite la rete domestica. Parte del software è open source.

R1 è un prodotto molto avanzato, ma è stato realizzato in soli 16 mesi. Ci hanno pensato 22 tra scienziati e tecnici sotto la guida di Giorgio Metta. Alla progettazione hanno partecipato altre 12 persone, che costituiscono il team creativo. In entrambi i casi si tratta di gruppi internazionali, con punti di riferimento (soprattutto) a Genova, Milano e Barcellona.

Un prodotto sorprendente e un esempio di come anche in Italia si possa creare tecnologia molto avanzata. C’è anche un altro dettaglio notevole: la squadra che ha creato R1 ha un’età media pari a 37 anni. Il coordinatore Giorgio Metta ha 46 anni, ed è quindi tra i membri più anziani del team.

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