5 Maggio 2016 - 23:57

Ramadi libera ma ormai distrutta

Ramadi è stata liberata dall’occupazione del Califfato, ma ormai appare a se stessa e al mondo come una città orribilmente devastata nel nucleo architettonico, nella struttura socio-economica e nell’animo

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Ramadi è libera ma ormai è una città fantasma, spettralmente devastata dai raid aerei dei “salvatori” e dagli ordigni piazzati dai miliziani dell’ISIS: prima di ritirarsi l’hanno disseminata di trappole esplosive. Questa cruenta e spietata tecnica è usuale per i miliziani in fuga per ritardare l’avanzata del nemico e per infliggergli più perdite possibili.

Ramadi libera ma ormai distrutta

Fonte Repubblica.it

Ramadi si è distinta per la sua indole ribelle sin dai tempi di Saddam Hussein, ma i suoi nuovi invasori l’avevano intimorita, sopendone lo spirito di emancipazione con il terrore.

Per liberare questo feudo sunnita ormai in rovina c’è voluto un anno di scontri, dopo un’occupazione del Califfato durata quasi due anni. La sua riconquista, anche se a costo della quai totale distruzione, è un importante traguardo, poiché la città è un punto strategico, di raccordo per le vie di rifornimento dell’esercito iracheno.

Ricostruire la città ora richiederà molto sudore e molto tempo, e a rimetterci, come sempre, sarà la popolazione. Chi non avuto i mezzi e il tempo di fuggire è rimasto intrappolato tra le macerie della città: qui la gente sopravvissuta dovrà ricostruire un futuro dalle ceneri del passato, in un presente che non c’è.

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