8 Aprile 2017 - 15:33

La recensione di “Piccoli crimini coniugali” con Sergio Castellitto e Margherita Buy

Piccoli crimini coniugali

Tratto da una commedia teatrale di Eric-Emmanuel Schmitt, “Piccoli crimini coniugali” ragiona sul complicato nucleo della coppia

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È uscito questo weekend nelle sale cinematografiche “Piccoli crimini coniugali”, ultimo lavoro di Alex Infascelli, reduce dalla vittoria ai David di Donatello (edizione 2016) per il miglior documentario con “S is for Stanley – Trent’anni dietro al volante per Stanley Kubrick”.

La pellicola, tratta da un libro di Eric-Emmanuel Schmitt e rappresentata a teatro, punta tutto su una storia intensa, passionale e colma di emotività oltreché sulle doti dei due straordinari attori protagonisti, ovvero, Sergio Castellitto e Margherita Buy.

“Piccoli crimini coniugali” è un film fedele all’originale trasposizione teatrale; la vicenda è ambientata in un unico spazio, il moderno e freddo appartamento della coppia, i cui molteplici oggetti d’arredamento sembrano avere vita propria.

La trama

Piccoli crimini coniugali

Sergio Castellitto e Margherita Buy sul set del film

Elia, autore di gialli di successo, torna a casa dopo un incidente domestico del quale non ricorda nulla.

Per la verità Elia sembra non ricordare nulla in generale, neppure i molti anni trascorsi con la moglie, che lo accompagna al rientro nel loro algido appartamento coniugale.

Sarà lei, che rimarrà senza nome, ad aiutarlo a ricomporre i pezzi del passato, forse dandogli l’occasione di reinventarsi, e di essere un marito migliore.

La coppia in questione è sull’orlo del collasso. Come ha sottolineato lo stesso Infascelli durante la presentazione del film, i due coniugi ingaggiano un vero e proprio corpo a corpo nel corso del quale mentono, rinfacciano, accusano mettendo in discussione il matrimonio e la coppia.

L’analisi del film

Infascelli realizza un lungometraggio di indubbia qualità. Riesce ad adattare cinematograficamente un importante lavoro teatrale e lo fa senza ricorrere a soluzioni estreme, ma semplicemente confidando in una solida sceneggiatura e nel talento dei suoi attori protagonisti.

“Piccoli crimini coniugali” beneficia di una Margherita Buy e di un Sergio Castellitto in stato di grazia. I due attori, insieme anche sul set di “In treatment” per Sky, sono semplicemente perfetti, fantastici.

Funziona bene la dinamica fra di loro e mentre interpretano la moglie e il marito in crisi, nemici-amici, rivali sono davvero credibili.

La tensione sale, Buy e Castellitto la portano all’acme per poi farla scendere ancora e risalire fin quasi ad esplodere, senza mollare neppure per un istante.

L’anatomia della coppia è, dunque, esposta senza pudori: i piccoli ricatti, gli egoismi, la paura di essere traditi, una diffidenza strisciante riguardo quella che è la promessa fondativa del matrimonio: insieme finché morte non ci separi.

Perché dal giorno del sì sino all’ultimo respiro c’è davvero tantissimo di mezzo: dolori, figli non arrivati o non voluti, piccole vanità offese, presunti tradimenti e poi la vecchiaia, lì in agguato.

La casa diventa il campo di battaglia, esattamente come succedeva in “Carnage” di Polanski, film al quale Piccoli Crimini Coniugali rende chiaramente omaggio.

Un’opera solida, introspettiva, cupa e spietata, fatta di parole non dette che, dopo tante reminiscenze, non possono che esplodere furiosamente in un continuo scontro opportunamente allestito su più fronti.

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