5 Dicembre 2016 - 02:17

Referendum Costituzionale e conseguenze politico-partitiche

referendum costituzionale

Il Referendum Costituzionale consegna la vittoria al No e spinge alle dimissioni Matteo Renzi.  Fra conseguenze politiche e partitiche, quale sarà il futuro del Paese e del Pd?

[ads1]

La schiacciante vittoria del No al Referendum Costituzionale, e le conseguenti dimissioni da Presidente del Consiglio di Renzi, evidenziano una serie di aspetti che vanno a disegnare un nuovo scenario nella Penisola italiana.

L’estrema personalizzazione e i “toni forti” della campagna referendaria, basata per lo più su future promesse legate a fondi specifici per ogni contesto, si sono rese protagoniste non solo della sconfitta per il fronte del Sì ma anche del futuro scenario politico-partitico italiano.

Facendo un primo riferimento alla scena politica del Paese, si può dire che tanto l’ampia vittoria del No quanto le dimissioni di Matteo Renzi hanno aperto una nuova fase che inevitabilmente si chiuderà il prossimo anno.

Considerando la situazione precaria in cui versa il nostro Parlamento, la fase successiva l’incontro con il Presidente della Repubblica sarà quella di un Governo di Transizione (e non “brutalmente” tecnico in senso stretto), sostenuto dall’attuale maggioranza, il cui compito, più arduo che mai, sarà quello di portare a termine, nel minor tempo possibile, una nuova legge elettorale che garantisca una  competizione entro la prossima primavera.

Questa impresa, che potrebbe essere affidata ad uno dei protagonisti dell’attuale esecutivo (Padoan?), necessita il “raggiro” di due enormi ostacoli: un nuovo “collante”, come è stato Matteo Renzi, per tenere unita la maggioranza bypartisan (soprattutto in Senato) e una nuova “convergenza” di intenti che coinvolga realmente tutte le forze rappresentate in Parlamento (data la legittimazione referendaria).

Dal punto di vista partitico, invece, il discorso potrebbe leggermente cambiare in quanto le ipotesi in campo dipendono soprattutto dall’esito del confronto interno al Pd di martedì.

Lo scenario quasi certo è quello di una resa dei conti interna che potrebbe facilmente portare ad una rottura dei due schieramenti e il conseguente indebolimento delle parti.

Infatti, qualora Renzi cercasse di legittimare la propria posizione a livello partitico, non avrebbe altra soluzione che “differenziarsi” dalla minoranza interna e far nascere un nuovo soggetto tendenzialmente di centro.

D’altro canto, la scissione risulta ancor più plausibile dato il ribaltone programmato dalla minoranza dem e, contemporaneamente, il tentativo di “ricollocazione”, partitica, dell’intero comparto democratico.

Le novità post Referendum Costituzionale sono appena cominciate e dopo martedì ci potrebbe essere un ulteriore scenario per la nostra nazione.

[ads2]