10 Marzo 2017 - 20:57

Renzi e la nuova rottamazione dei vecchi rottamatori

Renzi e la nuova rottamazione dei vecchi rottamatori

Renzi apre simbolicamente la sua campagna per le primarie al Lingotto di Torino. Nella sede dove Veltroni lanciò la propria candidatura, il segretario uscente esplicita, in maniera netta, la propria linea

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L’era della rottamazione sembra ormai ripresa e questa volta a subirne le conseguenze potrebbero essere i vecchi rottamatori. Può essere tradotta in questa frase l’apertura della Kermesse democratica al Lingotto di Torino, dove il segretario uscente, Matteo Renzi, ha ufficializzato la propria candidatura per la guida del partito.

La tre giorni nel luogo dove Walter Veltroni ufficializzò la propria candidatura alla segreteria, l’ex Presidente del Consiglio ha da subito messo in chiaro quali saranno le mosse nel futuro partito.

Nel suo intervento di presentazione della mozione congressuale, infatti, Renzi ha fatto trasparire due elementi che, sia dal punto di vista partitico che da quello politico, disegnano la futura sfera d’intervento in caso di vittoria.

Dal punto di vista partitico, il segretario uscente, attraverso il piccato saluto alla platea e agli altri candidati, ha lanciato un messaggio diretto su come sarà organizzato il PD qualora fosse confermato.

Renzi e la nuova rottamazione dei vecchi rottamatori

Matteo Renzi

In pratica, l’invettiva contro i due competitors ha reso chiaramente l’idea di come, una volta divenute minoranze, le due aree saranno non solo messe totalmente all’angolo ma dovranno anche subire, senza possibilità di replicare, la direzione renziana.

Viene rilanciata, quindi, l’ennesima rottamazione interna che, però, questa volta colpisce coloro che già in precedenza avevano messo in atto la “pratica” e che ora, dopo circa tre anni di stretto legame politico, si ritrovano dall’altra parte della barricata nella lotta alla leadership.

Passando all’aspetto politico, invece, si assiste ad un vero e proprio rilancio del renzismo in salsa 2.0.

In sostanza, pur accennando alla dura debacle del 4 dicembre, Renzi riafferma la bontà dei suoi provvedimenti e, addirittura, rilancia contro chi la pensa diversamente da lui (“Sembra che qualcuno sogni di riportare indietro le lancette della storia”).

Da questo punto di vista, si assista al modus operandi tipico della corrente renziana del PD in cui le idee, se proposte dal gruppo con maggiore influenza, non possono essere sbagliate, nè tantomeno discusse.

La lotta per la leadership del PD è appena cominciata ma le prime mosse dei candidati preannunciano un epilogo non del tutto scontato, in cui distinguo e nuove scissioni sono costantemente all’ordine del giorno.