27 Febbraio 2015 - 12:01

Responsabilità civile magistrati: la nuova legge

La nuova legge sulle responsabilità civile dei magistrati elimina la cd. udienza filtro

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La nuova legge sulla responsabilità civile dei magistrati, in generale, rinvia al principio generale secondo cui tutti sono chiamati a rispondere delle proprie azioni od omissioni, soprattutto se rilevanti ai fini risarcitori. Così, per la riforma di Matteo Renzi e del Ministro della Giustizia Andrea Orlando, i magistrati giudicanti e inquirenti possono essere chiamati (diventando controparti convenute), da coloro i quali sono imputati o indagati nel processo da loro stessi condotto, in un (altro) processo civile che si origina appunto per una richiesta di risarcimento danni fatta per dolo o colpa grave a causa di rifiuti, omissioni o ritardi nella determinazione di atti o provvedimenti magistratuali.

Rispetto alla precedente legge Vassalli (n.117/1988), il testo è stato mutato soprattutto sulla valutazione della colpa grave. Prima la responsabilità c’era solo quando il magistrato affermava un fatto inesistente o ne negava uno accertato nel processo, oppure se emetteva un ordine di custodia senza motivazione o presupposti di legge. La nuova formulazione aggiunge come colpa grave la violazione manifesta della legge nonché del diritto dell’Unione europea e il travisamento del fatto o delle prove – circostanza stigmatizzata dall’A.N.M., Ass. Naz. Magistrati. Sparisce, inoltre, la cd. udienza filtro in tribunale che fino a oggi valutava l’ammissibilità o meno del ricorso teso appunto a chiedere i danni per la condotta presuntivamente lesiva del magistrato (e anche qui l’A.N.M. è contraria).responsabilità civile magistrati

L’azione si promuove avverso lo Stato, in specie contro la Presidenza del Consiglio dei Ministri, per danni patrimoniali e non. Se poi viene condannato, lo Stato può rivalersi – entro due anni – sul magistrato. Con la riforma, la rivalsa non può superare una somma pari alla metà di una annualità dello stipendio, mentre con la vecchia legge era di meno, un terzo dello stipendio. Ma il magistrato può intervenire nel giudizio civile, per difendersi e, in alcuni casi, l’indagato o l’imputato può chiedere che il magistrato si astenga dal prendere ulteriori decisioni sul suo conto nel procedimento penale, potendo quindi scattare la cd. ricusazione cioè lo spoglio della titolarità del magistrato per quel determinato proc. pen. 

In Europa le cose sono un po’ diverse. In Francia, ad esempio, l’azione deve essere autorizzata preventivamente dal Primo Presidente della Corte d’appello (resta quindi ferma la valutazione filtro). In Germania, sussiste la responsabilità civile, ma gli atti provvisori, come gli ordini di custodia cautelare – a differenza di quanto accade in Italia – sono esclusi. Nel Regno Unito, il magistrato è esonerato da responsabilità eccezion fatta che per l’ingiusta detenzione. In Spagna, infine, la responsabilità civile si può esigere solo dopo la conclusione del processo in cui si presuma sia stato prodotto il danno.

La riforma della Vassalli, infine, era inevitabile stante la procedura d’infrazione dell’UE pendente a carico dell’Italia.

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