3 Gennaio 2017 - 19:31

Ribelle – The Brave: il coraggio d’essere se stessi

ribelle

Diretto da Mark Andrews e Brenda Chapman, ed uscito nel 2012, ‘Ribelle – The Brave’ è il lungometraggio Pixar più simile ad un Classico Disney. La collaborazione tra le case d’animazione, però, stavolta ci porta in una fiaba moderna: non più la donna di un principe azzurro, ma una donna che sfida il proprio destino

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“Alcuni dicono che il nostro destino è legato alla terra che essa fa parte di noi quanto noi di essa, altri dicono che il destino è intrecciato come un tessuto, cosicchè il nostro destino ne incrocia molti altri, è la cosa che tutti cerchiamo di cambiare o lottiamo per cambiare, alcuni non lo trovano mai ma ci sono quelli che vi sono guidati!”

Così inizia Ribelle, con la presentazione di una spumeggiante principessa dai capelli rossi e ricci di nome Merida, figlia del Re Fergus e della Regina ElinorDiscostatevi dai classici castelli e dalle classiche famiglie reali narrate dalla Disney: qui non è tutto lusso e cavalleria, anzi, tutt’altro.

Fergus è un re che non fa delle parole la sua miglior arma, è eccentrico, ironico, tutt’altro che regale. La Regina Elinor invece è la classica donna che regge la famiglia sulle spalle, rimproverando continuamente gli altri membri affinchè assumano comportamenti da veri nobili. Anche i fratellini di Merida, Harris, Humbert e Hamish, a causa del loro spirito ribelle, non sono altro che  piccole pesti che seminano caos tra quanti li circondano.

Ribelle: ripartiamo da qui

È proprio sul concetto di Ribelle che si basa l’intera pellicola. Un regno intero chiede la mano della bella principessa Merida. Questa però, sceglie di scrivere da sola il proprio destino, combattendo per… ottenere la propria mano.
Un litigio con la madre, che persevera nelle tradizioni reali e nell’idea di decoro per la propria famiglia, sposterà l’ago della bilancia nella storia. Merida ed Elinor, tra mille imprevisti, proteggendosi ed istruendosi reciprocamente, riusciranno finalmente a capirsi l’un l’altra.

Perché Brave è una fiaba moderna

Finalmente una donna che non ha bisogno di un uomo. Una principessa che non si sente tale, non ha un portamento delicato e neppure un carattere fragile. Ama cavalcare, scoccare frecce, combattere e non rinuncerebbe mai alle proprie giornate di svago.
Una mentalità diversa da quella del classico e vissero tutti felici e contenti dove bastava una semplice storia d’amore: in Ribelle sono ben altre le gioie e le soddisfazioni, anche se è la vita di una principessa.
La Pixar si rende protagonista ancora una volta di un genere di narrazione differente, alternativo, e soprattutto moderno.
Frozen vi dice qualcosa?

Il ruolo della donna, questo sconosciuto

Donne, non ragazzine: sono quelle che sanno combattere anche nel buio facendosi guidare dalla luce blu del destino, dai fuochi fatui. La donna coraggiosa ed intraprendente che racconta la Disney Pixar con ‘Ribelle – The Brave’ o la serialità di ‘Once Upon A Time’ col personaggio di Merida, ci regala la speranza di una donna diversa, moderna, ed utopicamente parlando, futura.
La capacità di saper mettere da parte la corona e tirare fuori il ruggito del coraggio come un orso, la precisione nello scoccare una freccia puntando dritto ai propri istinti e desideri, il bisogno della solitudine accompagnato dalla consapevolezza di non essere meritata dalla prima verga di turno.

La donna ideale è questa.
Capelli rossi come la passione, ricci come l’imprevedibilità, con un’arma sulle spalle ed in sella ad un cavallo per affrontare il vento anche a sfavore. Sulla propria strada con le proprie ambizioni.
Non esiste più sensualità di una donna del genere.
Perché si è ricche fino ad un certo punto, ma solo una vera donna è caparbia al punto di strapparsi i propri vestiti.
Perché si è belle fino ad un certo punto, ma anche due accendini rotti, uno col gas ed uno con la fiamma possono infuocare ancora.
Perché si è stronze fino ad un certo punto, ma una rosa finta seppur sempre perfetta non la raccoglierà mai nessuno a differenza di quella vera che va posseduta al momento giusto.

La Pixar torna all’Oscar

Dopo la vittoria di Toy Story 3 nel 2011, con Ribelle, nel 2013, la Pixar ottenne il suo settimo (di otto ad oggi) Oscar come miglior film d’animazione. Oltre ad una trama divertente ed appassionata, contornata da una morale di gran spessore, bisogna elogiare un altro aspetto che rivoluziona l’animazione e gli anni a venire.

Ribelle The Brave è una gioia per gli occhi degli spettatori grazie ad un comparto tecnico eccezionale e dettagliato. La bottega della strega, ad esempio, è piena di manufatti di legno riprodotti minuziosamente e splendidamente dagli artisti Pixar (sono presenti Easter Egg con Monsters & Co.).

O le macerie della caverna dell’orso Mor’du, che rendono le scene d’azione ricche di patos ed effetti speciali. Il tutto accompagnato da un comparto sonoro d’alto livello, con splendide colonne sonore, cantate da un’ottima Noemi nella versione italiana.

I personaggi

I fratellini di Merida sono probabilmente i personaggi meglio riusciti dell’intera pellicola. Oltre al ruolo di spalla comica (sempre presente fin dai Classici Disney) riescono ad esprimere le loro emozioni e le loro volontà senza pronunciare una sola parola per tutto il film. Il gioco di sguardi è ciò su cui la Pixar stupisce sempre, basti vedere come i tre fanciulli pel di carota riconoscano la madre una volta tramutata in orso, semplicemente guardandola negli occhi, a differenza di tutti gli altri personaggi che vengono immediatamente spaventati.

“Le leggende sono insegnamenti”

In una frase, il senso della Pixar. Le storie, anche le più antiche, non solo ci indicano com’è fatto il mondo al giorno d’oggi. Ma ci insegnano anche il perché di alcune scelte e di alcuni risultati. Ognuno ha le sue, ognuno ha grandi storie a cui si ispira, a prescindere dalla natura. Ribelle ne fa capire l’importanza e la Pixar per oggi è fonte d’ispirazione e d’insegnamento per molti. E probabilmente meriterebbe d’esserlo per molti ancora.

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