31 Marzo 2016 - 21:17

Rise of the Tomb Raider, alla ricerca della Sorgente Divina

Rise of the Tomb Rider, il nuovo attesissimo capitolo della pluripremiata saga di Tomb Raider

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Dopo un’attesa di ben due anni, Lara Croft torna ad avventurarsi sui nostri monitor videoludici, e lo fa in grande stile, mettendosi alla ricerca di un’antica fonte dell’eterna vita, la Sorgente Divina. Il titolo sviluppato dalla Crystal Dynamics, rispetto al suo predecessore presenta parecchie migliorie nel campo grafico, delle animazioni delle azioni in tempo reale, dell’IA e dell’ambientazione.

Parleremo dell’aspetto grafico più avanti, ora diamo un’occhiata al gameplay.

Rise of the Tomb RaiderIl nuovo capitolo di Tomb Raider, si apre con Lara ed il suo amico Jonah impegnati in una scalata verso la cima di una montagna innevata situata probabilmente in Siberia, alla ricerca di una città perduta, e da subito notiamo come la maggior parte delle meccaniche del reboot del 2013 siano rimaste intatte. Ci imbattiamo subito in diverse cutscene in tempo reale dove dovremo premere i giusti tasti per evitare a Lara e compagno di fare una fine orribile.

Questo intro servirà da Tutorial al giocatore neofita, mentre i più esperti faranno sicuramente caso alle migliorie grafiche presenti in questo breve ma intenso intro. La storyline è incentrata nella ricerca della Sorgente Divina, una fonte antica le cui acque, se bevute, donano la vita eterna. Ad ostacolare i piani della nostra beniamina ci penserà l’organizzazione segreta nemica di turno che si fa chiamare la “Trinità”. Non mancheranno colpi di scena che renderanno l’avventura più intrigante ed emozionante.

Come stile di gioco, le meccaniche sono rimaste pressoché invariate dal precedente capitolo, se non per qualche abilità di Lara, che le permette di affrontare i gruppi di nemici con approccio più stealth. La protagonista avrà a disposizione, oltre al precedente, un comparto armi migliorato, come coltello, molotov, piccozza e delle nuove varianti di frecce, il tutto migliorabile grazie agli accampamenti, raccogliendo i consueti materiali dai nemici e dall’ambiente circostante.

La campagna SinglePlayer presenta quattro gradi di difficoltà:

  • Adventurer
  • Tomb Raider
  • Seasoned Raider
  • Survivor

Rise of the Tomb RaiderPer ogni modalità più difficile è presente un aspetto che renderà l’esperienza di gioco più complicata e frustrante, in quanto verranno influenzate meccaniche di gioco essenziali e vitali per il giocatore(mira non stabile, nemici più intelligenti e accurati, assenza di rigenerazione salute e scarsezza di materiali, munizioni e campi base). Citiamo solo la presenza di una modalità multiplayer card-based, dove il giocatore può comprare bustine e “sbustare” abilità per il proprio personaggio online. Come modalità e mappe c’è una scarsa scelta, come team deathmatch e free-for-all, ma secondo gli sviluppatori alcune mappe verranno rilasciate come componenti di DLC future acquistabili sempre presso la piattaforma Steam.

Parlando di grafica, la versione PC, come ovvio che sia, ha apportato modifiche significative alla prima versione rilasciata per la Xbox One, riscuotendo il successo della critica e dei fan dell’alta grafica. Segnaliamo inoltre una nuova feature, la PureHair, che tradotto dal nome inglese va a migliorare la resa grafica della chioma di Lara durante gli eventi climatici ed ambientali (acqua, neve, capelli bagnati, movimento). Anche se non ha ottenuto il successo sperato, ci sentiamo di consigliare il titolo in quanto si tratta di un valido successore del precedente capitolo, vantando un ottimo comparto grafico e gameplay coinvolgente.

Secondo rumors rilasciati all’E3 2015 la Square Enix ha già in sviluppo il sequel di Rise of the Tomb Raider per completare una trilogia iniziata con Tomb Raider nel 2013, così come è stato per i capitoli Legend, Anniversary e UnderWorld.

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