15 Dicembre 2016 - 12:40

Ritorno allo squadrismo in nome dell’antipolitica dilagante

ritorno allo squadrismo

Ritorno allo squadrismo in nome dell’antipolitica dilagante. Il movimento dei Forconi  supera il labile confine tra la pacifica manifestazione e l’atto violento

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Ritorno allo squadrismo in nome dell’antipolitica dilagante. Il Movimento dei Forconi ha superato il labile confine tra la pacifica manifestazione e l’atto violento e ripercorre le orme della squadraccia che, in illo tempore, prelevò, processò e giudicò arbitrariamente il deputato Giacomo Matteotti.

Tempi passati, roba del secolo scorso. Forse. Ma è solo perché la storia ci ha fatto davvero tanto, ma tanto male, che il ritorno allo squadrismo non è più la prassi ma una tragicomica eccezione. In 11 si sono ispirati a questo tipo di antica procedura, gli 11 membri del Movimento dei Forconi che hanno voluto dare una prova di forza ai politici italiani simulando l’arresto di uno di loro. Uno qualsiasi, non importa chi, bastava che fosse un membro del parlamento che stava per andare a lavoro.

Purtroppo ad essere nel posto sbagliato, al momento sbagliato, è stato Osvaldo Napoli, consigliere comunale di Torino ed ex deputato di Forza Italia, che stava raggiungendo l’ingresso riservato ai gruppi parlamentari della Camera. Solo l’intervento dei carabinieri ha impedito che questa pseudo protesta andasse avanti, separando i contendenti e consentendo a tutti di tornare dove dovevano: Napoli alla Camera e i manifestanti al più vicino commissariato. 

Dal canto suo Osvaldo Napoli ha minimizzato l’episodio “Non mi sono spaventato sono di carattere aperto, io scherzavo, non sapevano nemmeno chi fossi. Hanno visto che Striscia la notizia mi stava intervistando e così hanno capito che ero un politico. Non ho capito cosa hanno letto né cosa dicevano, appena mi sono girato per andarmene, quello grosso mi ha preso per un braccio. Il loro scopo era trovare qualcuno per fare cagnara”.

Il ritorno allo squadrismo che ha ispirato questo gesto è solo una minima manifestazione di quello che è il clima che si respira nel nostro Paese. Il quarto governo non eletto ha infuocato ulteriormente gli animi, non solo nella classe politica, ma nel popolo, nella gente che vede la propria voce inascoltata e la dittatura fare ritorno. Stessa procedura, stesso ingresso in punta di piedi, stessi sorrisi e proclami di pace della “prima volta”.

Manca solo la marcia su Roma e poi il quadro è completo. Ma siamo nel 2016, le cose sono cambiate. Per imporre la dittatura invece di una marcia faranno un flash mob.
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