30 Settembre 2015 - 23:04

Io, me e Silvio: nascita ed evoluzione di Renzi & co

renzi

Le esternazioni su Ponte sullo stretto e RAI da parte del Governo Renzi rimarcano l’idea Berlusconiana dell’Italia. Nonostante si affermi il contrario, le analogie con il Cavaliere continuano a contraddistinguere l’attività del Segretario Rottamatore

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Sin dal 22 febbraio 2014, giorno della nascita del Governo Renzi, una delle domande che ha tormentato la popolazione italiana è stata: dove arriverà il nuovo governo guidato dal segretario del partito di maggioranza relativa?

La risposta non si è fatta attendere e ben presto, dopo aver imbarcato Alfano, Verdini e diversi forzisti, gli altarini si sono scoperti: per soppiantare una figura che per oltre vent’anni ha guidato il paese, impostando non solo un nuovo sistema politico ma anche un nuovo modello culturale, occorreva riprendere quel modello ed impostarne un altro di diversa estrazione.

Nonostante ciò appaia come un’eresia, l’attività legislativa ed istituzionale mostra una realtà non del tutto dissimile a quella dell’ex Cavaliere di Arcore.

Silvio Berlusconi e Matteo Renzi

Silvio Berlusconi e Matteo Renzi

Infatti, oltre a Jobs Act, Buona Scuola e Legge Bavaglio (che sembrano uscite direttamente dalle menti forziste), la maggiore dimostrazione di una continuità di “comportamenti” si è avuta con le questioni Ponte sullo stretto e RAI.

Per quanto riguarda il primo punto, la svolta si è avuta qualche giorno fa alla Camera dei deputati: con un annuncio durante l’esame delle mozioni sulla Calabria, il sottosegretario Pd alle Infrastrutture Umberto Del Basso De Caro ha rilanciato l’idea tanto cara agli alleati dell’ NCD.

L’idea, di alfaniana memoria (come l’abolizione dell’art.18, seguendo le dichiarazioni del Ministro degli Interni), rispetto a quella originaria riguarderebbe una rivalutazione del progetto, concependolo più per il traffico ferroviario che per quello di auto.

Il nuovo progetto del Governo Renzi, non esplicitamente ma sommessamente, sembra riprendere quello presentato anni fa dal centro – destra con annessi problemi strutturali ed economici.

Altra problematica è quella riguardante la RAI; in questo caso la questione è scoppiata a causa delle dichiarazione al Corriere della Sera dell’onorevole Anzaldi (Pd).

Il deputato in questione ha dichiarato: “C’è un problema con Rai3 e con il Tg3. Ed è un problema grande, ufficiale. Purtroppo non hanno seguito il percorso del Partito democratico: non si sono accorti che è stato eletto un nuovo segretario, Matteo Renzi, il quale poi è diventato anche premier”.

A questa già pesante esternazione l’onorevole ha anche aggiunto:“Bianca Berlinguer ha dato tanto, ma così tanto che può anche andare”.

Successivamente a questo spiacevole episodio, che ricorda molto l’editto bulgaro che portò alla “cacciata” di Biagi, Santoro e Luttazzi, il Segretario/Premier Renzi ha cercato di calmare le acque affermando che non è compito del governo mandar via la gente dalla televisione pubblica, e che per queste mansioni, è presente un nuovo direttore generale (Antonio Campo Dall’Orto) in grado di gestire l’intera azienda.

Anche qui, però, è presto svelato l’inganno: Antonio Campo Dall’Orto non solo è un renziano della prima ora, ma è anche stato indicato dal governo per guidare la TV di Stato.

L’eccessiva ossessione del centro-sinistra per il personaggio Berlusconi ha permesso, negli anni, lo sviluppo di una nuova concezione: per sconfiggere il Cavaliere occorreva creare una nuova copia del Cavaliere.

La storia insegna che la storia non insegna nulla.

(Alessandro Manzoni)

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