5 Ottobre 2016 - 17:39

Stefano Cucchi, il suo duello con la verità. Non voglio più morire

stefano cucchi

Un viaggio senza fine e senza ritorno quello di Stefano Cucchi, ucciso milioni di volte dalla verità che non riesce ad andare fino in fondo

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Ci sono due errori che si possono fare lungo la strada per la verità: non andare fino in fondo e non partire. Un viaggio senza fine, drammatico. E’ il cammino senza fine di Stefano Cucchi, il trentenne che morì il 22 ottobre 2009, durante la custodia cautelare. La sua morte è diventata un celebre caso di cronaca giudiziaria che ha coinvolto alcuni agenti di polizia penitenziaria, medici del carcere di Regina Coeli, e carabinieri.

Era il 15 ottobre 2009 quando Cucchi fu fermato dai carabinieri,  portato in caserma e perquisito. Con sé aveva 12 confezioni di varia grandezza di hashish, tre confezioni impacchettate di cocaina, una pasticca di un medicinale. Cucchi era epilettico. Per lui fu decisa la custodia cautelare. Il giorno dopo venne processato per direttissima. La sua difficoltà a camminare e a parlare,  evidenti ematomi agli occhi, inspiegabile. Era stato pestato. Lesioni ed ecchimosi alle gambe, al viso, all’addome, al torace. Morirà poco dopo all’ospedale Sandro Pertini,  il 22 ottobre 2009.

stefano cucchi

La vignetta di Mario Biani su Il Manifesto

La sentenza

Una morte improvvisa ed inaspettata per epilessia in un uomo con patologia epilettica di durata pluriennale, in trattamento con farmaci anti – epilettici. Le lesioni riportate da Stefano Cucchi non possono essere considerate causalmente o concausalmente, direttamente o indirettamente anche in modo non esclusivo, con l’evento morte. Un attacco di epilessia improvviso e inatteso.

Evento morte, come se la morte, tra l’altro ignota, fosse un evento. E poi ancora, un attacco di epilessia improvviso e inatteso. E le mazzate? Epilessia. Le chiazze? Epilessia. Epilessia è la risposta a tutto. Forse come tutte le merci di valore, la verità è spesso contraffatta. Assurde le ipotesi della sua morte. Un’ipotesi è una frase la cui verità è momentaneamente presunta, così per Cucchi. Morto di anoressia, morto per  tossicodipendenza, morto perché sieropositivo. La struttura di un teorema infinito. Morto un milione di volte.

E la verità? Che cos’è? Che ruolo ha la verità? Rabbia, sconcerto, indignazione. La rabbia, si. Perché siamo foglie al vento, che ci sentiamo nudi e indifesi di fronte a tutto questo. Certe cose, potranno passare pure anni, ma ti scolpiscono nell’eternità. Non gridiamo alla giustizia, perché forse giustizia non è stata fatta. William Blake avrebbe detto che noi non dobbiamo dire la verità per convincere quelli che non la conoscono, ma per difendere quelli che la conoscono. E Stefano la conosce, ma non può più parlare. La verità sta in cielo. Ha la bocca cucita, gli occhi chiusi e le mani legate.  Lascio dire alle parole in musica di Cantano tutti, di Primo & Squarta. Poi, il silenzio.

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