17 Luglio 2016 - 18:42

Strage di Nizza, emergono nuovi particolari dalle indagini

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Strage di Nizza, emergono nuovi particolari dalle indagini. Si rafforza sempre di più la pista del terrorismo, ma la figura dell’attentatore resta ancora comunque ambigua

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La strage di Nizza continua a sollevare molti interrogativi, sia di tipo etico e morale che investigativo. Molti ancora i dubbi da chiarire, in primo luogo riguardo la figura dell’attentatore, decisamente fuori dagli schemi che lo Stato Islamico aveva adottato fin ora per reclutare e “mandare al martirio” i suoi soldati. Le testimonianze su Mohamed Lahouaiej Bouhlel non ne hanno delineato la figura, ma anzi hanno contribuito a creare attorno a lui un alone di mistero ulteriore, dal momento che l’Isis ha rivendicato la paternità dell’attentato e lo ha definito unicamente “soldato”, ma le indagini hanno provato ormai che nel progettare e mettere in atto il suo piano, Bouhlel non ha avuto complici. 

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Strage di Nizza nuovi particolari

Nuovi particolari

Dopo l’arresto della ex moglie dell’attentatore, che è stata rilasciata, altri due sospetti sono stati tratti in custodia. Si tratta di un uomo e di una donna, uno dei quali avrebbe ricevuto un sms dall’assassino, prima di compiere la strage, in cui chiedeva di portare un maggior numero di armi. Il messaggio, secondo quanto emerso dall’analisi del telefonino di Bouhlel risale al 14 luglio, alle 22:27, poco prima di entrare sulla Promenade des Anglais. Il mutato atteggiamento del tunisino nelle ultime settimane, unito a questi indizi, oltre che alla rivendicazione dell’attentato da parte dell’Isis lascerebbe pochi dubbi sulla matrice islamica della strage di Nizza.

La famiglia

Il padre dell’attentatore, Mohamed Mondher Lahouaiej Bouhlel, ha parlato del figlio come un uomo non attaccato alla religione, che non aveva mai pregato e non era mai stato un assiduo frequentatore della moschea. Non lo vedeva da quattro anni e riceveva notizie solo per interposta persona, da parte degli altri fratelli e sorelle, gli unici con cui sporadicamente di metteva in contatto. Anche il padre, come altri testimoni ascoltati dopo la strage, hanno confermato la sua depressione e il suo atteggiamento chiuso, iniziati presumibilmente dopo il divorzio dalla moglie.

Le ombre sull’autore della strage di Nizza rimangono, come le domande. L’Isis ha inizialmente esultato per la strage di infedeli, ma non ha rivendicato la paternità dell’azione ne ha riconosciuto come militante l’esecutore materiale. Un atteggiamento anomalo, considerando che la rivendicazione è una delle prime conseguenze degli attentati compiuti nel loro nome. La conferma è arrivata, invece, più di trenta ore dopo, e l’attentatore è stato definito “ispirato dalle predicazioni del califfo al-Baghdadi”, che ha invitato i soldati dell’Isis a compiere stragi anche usando mezzi come auto e tir da caricare contro la folla. Dunque non un combattente reclutato e addestrato direttamente, come invece era stato per gli altri attentatori nelle altre tragiche stragi perpetrate in nome del fantomatico stato islamico.

I dubbi rimangono, ma intanto sull’asfalto restano 84 vite interrotte e 84 storie di gente comune, che voleva solo una serata di festa come tante. Una strage senza senso.

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