18 Settembre 2015 - 11:27

Sud Sudan, 176 morti nell’esplosione di un’autocisterna

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Carica di benzina, un’autocisterna esplode in Sud Sudan causando 176 morti. Due le piste seguite per risalire alle cause

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Il Governatore dell’Equatore occidentale afferma che i morti sono 85, diversamente dai 176 dichiarati. L’autocisterna, coinvolta nell’esplosione, si stava recando verso la regione di Western Equatoria, a ovest della capitale Juba.

La situazione è ancora precaria, per stabilire con certezza il numero preciso delle vittime coinvolte nell’esplosione.

La gente continua a morire, non è stato ancora accertato il numero esatto delle persone negli ospedale“, come racconta il Governatore provinciale Patrick Raphael Zamoi, e si chiedono soccorsi alla Croce Rossa delle Nazioni Unite. 

L’autocisterna, da quanto riportato dalle autorità locali e come riferito dal portavoce presidenziale Ateny Wek Ateny, è andata fuoristrada a Marindi, esplodendo poco dopo. Molte persone si sono avvicinate all’autocisterna per recuperare la benzina che fuoriusciva, ed è in queste circostanze che si è innescata l’esplosione.

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Sud Sudan, 176 morti nell’esplosione di un’autocisterna

Un mozzicone di sigaretta oppure il colpo sparato da un militare, ha causato la tragedia, rilevando 176 morti; alcune vittime sono carbonizzate al punto da non essere riconoscibili.

Nell’attesa degli sviluppi e chiarimenti sulla tragedia in Sud Sudan, il Ministro dell’informazione Equatoria occidentale, Charles Kasanga rende noto: “Dopo l’uscita di strada, il grande movimento di folla attorno al mezzo avrebbe costretto l’esercito a intervenire. Per allontanarla, alcuni soldati hanno sparato in aria e un proiettile potrebbe aver colpito l’autocisterna determinando l’esplosione“. Non al corrente di quanto accaduto il portavoce dell’esercito Philip Aguer, garantendo un tempestivo impegno per avviare le operazioni che devono ricostruire la scena.

Rimane dunque non chiaro il bilancio delle vittime; se ne contano 176, ma certi rimangono 85. Gli ospedali non si presentano pronti ad intervenire con urgenza:Non abbiamo l’attrezzatura medica e queste persone potrebbero non sopravvivere perché non abbiamo le strutture per trattare feriti gravemente ustionati“.

Inoltre, si aggiunge anche la polemica sollevata riguardo ai ripetuti incidenti nella zona, in cui l’asfalto è praticamente inagibile e inadeguato, circondato da villaggi molto poveri privi di servizi basilari in caso di necessità.

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