18 Gennaio 2016 - 11:00

Thailandia: racconto di un viaggio, non di una vacanza

C’è una grossa differenza tra una vacanza e un viaggio. Nel mio viaggio in Thailandia, la terra del sorriso, mi sono dimenticato di tutto ciò che sono

[ads1] Thailandia – Il viaggio di Vincenzo Celentano per A ZONzo.

C’è una grossa differenza tra una vacanza e un viaggio; in vacanza ti riposi sotto l’ombrellone dopo un faticoso anno di lavoro, sei come anestetizzato dal relax e passi il tempo a ripeterti che devi assolutamente divertirti, fai cose inutili come le parole crociate o il sudoku, mangi enormi fette di anguria, ti cospargi di crema abbronzante. Durante un viaggio, invece, non te ne frega niente di riposarti, ti nutri di quello che vedi, impari nuove lingue, ti interessi alla vita di persone che forse non rivedrai mai più… in una parola sola, vivi!

Lo scorso mese di novembre sono stato in Thailandia, l’antico Siam, la terra del sorriso. Uno dei paesi più amati dai viaggiatori di tutto il mondo, grazie alla sua esplosione di colori, odori, sapori e alla gentilezza degli abitanti, sempre pronti a dare una mano o a regalare un sorriso con la loro semplicità e umanità.

Sono partito da Roma per la Thailandia con mio fratello Marcello, Emanuela, Giorgia e Concetta… proprio un gran bel gruppo!

Abbiamo messo piede sul suolo thailandese atterrando nella caotica ma affascinante Bangkok. Qui abbiamo alloggiato nel quartiere Wat Suthat in un grazioso hotel situato (di cui sinceramente non ricordo il nome) nella parte antica della città, che è poi la zona dei templi sfavillanti di Wat Phra Kaew e Wat Pho.

Eravamo a pochi passi anche dalla Golden Mountain (Montagna d’Oro): luoghi di profonda meditazione, buddha di tutte le dimensioni e di qualsiasi materiale (anche d’oro!) ovunque, architettura fino a quel momento vista soltanto in televisione.

Subito abbiamo capito una cosa: regola fondamentale in Thailandia è trattare sul prezzo, partire da meno della metà di quanto richiesto e poi trattare, sempre e con tutti!

Perdersi per le vie di Bangkok è un’attrazione di per sè. Lungo le strade della capitale della Thailandia, brulicanti come formicolai, ho visto davvero di tutto: venditori ambulanti, commessi di negozi e tassisti intenti a schiacciare un pisolino durante il lavoro, apecar che fungono da taxi (cd. tuk tuk foto n. 7); improbabili barconi che fanno escursioni tra i canali del fiume Khlong (foto n.8), mercati più o meno improvvisati e cuochi ambulanti ad ogni angolo della città (in Thailandia infatti, soprattutto nelle città, la gente preferisce mangiare per strada a causa del clima tropicale, umido e afoso, che rende praticamente impossibile cucinare in casa).

Per tre giorni, quindi, ho riempito lo stomaco di frutta, di delizie fritte come uova di quaglia e polpette di pesce, spiedini di carne, il formidabile pad-thai e zuppe tradizionali thailandesi che però solo verso la fine del viaggio ho cominciato ad apprezzare veramente. Di sera, invece, ci spostavamo a Kao Sao Road, cuore pulsante della movida di Bangkok, per bere qualcosa e fare un bel massaggio. Movida per modo di dire… altro mondo, altra cultura lontana anni luce dalla nostra. Qui la musica è assordante e puoi uscire come ti pare: con maglietta e pantaloncino già sei figo!

Dopo tre giorni di frenesia, soltanto apparente, a Bangkok siamo partiti in direzione Chang Mai e Chang Rai, estremo nord della Thailandia. Un viaggio di notte in pullman di circa undici ore che resterà per sempre impresso nella mia mente: con meno di 10€, oltre al trasporto, avevamo diritto ad acqua e un pacco di biscotti al momento della partenza e, a metà strada, addirittura alla cena in un apposito ristorante/autogrill (da non credere se si considera che il prezzo di un biglietto in autobus per Roma costa non meno di 25€). Su al nord è stata davvero avventura!

Zaino in spalla abbiamo: percorso su zattere di bambù il Mae Taeng River, cavalcato elefanti, visitato il karen village, dove abitano le donne giraffa, ed il fiabesco Wat Rong Khun (tempio bianco), caratterizzato dalla presenza non delle consuete scene di vita del buddha ma da immagini molto moderne come il samsara (il regno della rinascita e dell’illusione, l’aereo che si schianta contro le Torri Gemelle, Keanu Reves nei panni di Neo del film Matrix per non parlare di Elvis Presley, Hello Kitty e Superman). Bellissimo!

Siamo arrivati fino al Triangolo d’oro che è il punto dove si incontrano Birmania, Thailandia appunto e Laos (dove abbiamo trascorso alcune ore con gli abitanti del posto), attraversato il fiume Mekong ed assistito a incontri di Box thailandese.

Per un giorno, mentre il resto del gruppo si trovava nella giungla a fare trekking, io e mio fratello ci siamo improvvisati cuochi. Sì, cuochi. Siamo andati in una tipica fattoria thailandese e, dopo aver dato da mangiare a maiali e anatre, abbiamo preso parte ad un corso di cucina thai. Eravamo in totale una quindicina persone, provenienti da ogni parte del mondo, che sotto la supervisione di due istruttrici si sono cimentate a cucinare piatti tipici locali: pad-thai, involtini primavera, zuppe di noodles, riso al curry, pollo alle mandarle, perfino dolci. Sembrava di essere ad un matrimonio: ho ingerito tante prelibatezze che per due giorni non ho toccato nulla!!

Dopo una settimana bella intensa ci siamo quindi recati al sud, sulle isole, con un obiettivo: rilassarci! Fino all’ultimo (l’aereo l’abbiamo prenotato la notte stessa) siamo stati indecisi se andare nella zona delle Andamane o dall’altro lato, a est, verso il Golfo Meridionale.

Alla fine, la componente femminile ha prevalso e così siamo andati a Phuket, la più grande delle isole Andamane.

Thailandia-foto-viaggio

James Bond Island

Qui abbiamo alloggiato a Rawai, zona meridionale lontano dal chiasso volgare di Patong, al Duangjai Hotel a poche centinaia di metri dal mare. Premessa doverosa: durante tutto il soggiorno a Phuket, escursioni incluse, ho mangiato soltanto pesce freschissimo di ogni genere cucinato sapientemente dagli abitanti del posto.

Il primo giorno siamo andati a James Bond Island, un atollo vulcanico caratterizzato dalla presenza di un enorme masso roccioso posizionato quasi apposta proprio in mezzo al mare: fantastico!

Thailandia-foto-viaggio

Hat Nai Han

Poi, in motorino (il costo giornaliero è di circa 5€), abbiamo visitato le spiagge più belle dell’isola: Hat Nai Han, la più bella in assoluto, Hat Rawai, Kata beach e Karon beach.

A Karon beach abbiamo conosciuto le simpaticissime romane Giorgia e Samantha (in alcuni momenti sembrava di essere al Testaccio).

Insieme a loro siamo andati a Phi Phi Island, un autentico paradiso. Mare a destra e a sinistra con un istmo al centro.

Foto della Thailandia

Phi Phi Island

Difficile, quasi impossibile, spiegare le sensazioni che ho provato; abbiamo dormito in capanne a venti metri dal mare, ballato sulla spiaggia fino all’alba con artisti del fuoco e, il mattino seguente, preso una barca che ci ha portato nei luoghi più suggestivi dell’isola: a Maya beach, la spiaggia dove è stato girato il film The Beach con Leonardo Di Caprio, a Monkey Island, dove abbiamo fatto il bagno in compagnia di simpaticissime scimmiette a cui abbiamo dato anche da mangiare, ho fatto snorkeling e visto una tartaruga gigante e due squali!

Gli ultimi due giorni prima del rientro in Italia li abbiamo trascorsi nuovamente a Bangkok, sempre nello stesso hotel di cui non ricordo il nome. Col senno di poi avremmo dovuto trascorrere un’altra giornata al sud… magari a Similan Island, stando alle foto inviateci da Giorgia e Samantha.

Un intero giorno al mercato di Chatuchak,il più grande di Bangkok e tra i più malfamati del mondo, per comprare gli attesissimi regali, una notte da leoni al Lebua Tower Hotel, un’ultimo magnifico pad-thai ovviamente e rigorosamente per strada e poi il rientro.

Vorrei dirvi molto di più ma correrei il rischio di tediarvi. Per circa 20 giorni mi sono dimenticato di essere tutto ciò che sono: un avvocato, un figlio, una persona con delle scadenze, con delle storie appese, altre finite, con dei progetti e delle preoccupazioni, non mi sono preoccupato nemmeno di “vestirmi”, ho lasciato la vanità in Italia.

Ogni volta che viaggio scopro rapporti nuovi basati su cose semplici, come la fame, la stanchezza, la felicità, l’angoscia, la paura e il fascino di conoscere e scoprire, rapporti umani che sconvolgono i parametri sociali ai quali la società moderna in qualche modo ci ha costretti. Ogni volta che viaggio, per un istante, si ferma tutto e non sono niente di più o meno importante di una infinitesima onda di mare.

[ads2]