2 Dicembre 2015 - 13:00

The D/M Journey, una web serie nata in Salento

web serie

The D/M Journey è una web serie italiana, nata in Salento, ma che coinvolge attori anche dal resto d’Italia

[ads1]The D/M Journey è una web serie con influenze differenti: è mediterranea, perché ambientata in una delle regioni più belle e turistiche d’Italia, la Puglia – precisamente in provincia di Lecce; è horror, così come non lo è, perché è inquietante, cupa, angosciante, eppure semplice e genuina; è sperimentale, perché girata senza particolari strumenti di video-produzione, ma anche perché intrisa di mille idee e culture differenti.

Abbiamo incontrato Dario, una delle menti che ha dato il via a questo progetto e con lui siamo andati alla scoperta del dietro le quinte di questa serie. D/M Journey

Domanda: Ciao Dario, siamo curiosi di sapere come nasce The D/M Journey. Che ne dici di raccontarcelo brevemente?

Risposta: “Io e Matteo siamo amici praticamente da sempre e ci siamo cimentati in numerosi progetti, artistici e non, nel corso degli anni. La genesi di questo lavoro però è stata oggetto di numerose influenze e idee. Appassionati come siamo di horror e di film sugli zombie, ci siamo spesso ritrovati a discutere sulle possibili implicazioni che tali scenari potessero avere sul mondo reale, qualora si verificassero. Nel 2013 scatta qualcosa dentro di noi, che ci suggerisce che discutere non è più abbastanza. Dobbiamo creare una storia”.

D: E la storia è quella di The D/M Journey?

R: “Si, doveva essere qualcosa che esprimesse le nostre idee, le nostre emozioni. Inizia così un travagliato biennio al termine del quale, dopo mille dubbi e cambiamenti (inclusa la decisione di mettere per una volta da parte gli zombie), riusciamo a farci un’immagine abbastanza generale di quella che poi sarebbe divenuta The D/M Journey. Ma il lavoro da fare era ancora molto“.

La serie, di cui è iniziata la pubblicazione il 20 ottobre 2015, è un viaggio nel Salento, raccontato con costanza, come un diario, sulla pagina Facebook del progetto – ed è qui, probabilmente, la grande novità: è una serie che si adatta perfettamente al mondo dei giovani d’oggi, quello che ruota, spesso, intorno ai social network, sfruttando questo potente mezzo di comunicazione in modo particolare: è parte della narrazione, non solo di diffusione del materiale video!

Come ci racconta Dario, la serie trova parzialmente ispirazione in Marble Hornets, un’altra web serie, a cura di Troy Wagner, del 2009, proposta come falso documentario. In Marble Hornets si racconta del cupo e terrificante personaggio di fantasia, Slender Man, e la serie veniva caricata, puntualmente tramite post in un forum sul paranormale.

D: Come ci hai confidato, siete stati particolarmente colpiti da Marble Hornets, dicci di più!

R: “Nonostante fosse stata girata con un budget miserrimo, la crudezza e l’effetto “amatoriale” delle immagini [di Marble Hornets, ndr] furono solo un valore aggiunto alla natura horror della storia. Troy ha anche venduto i diritti per un film, “Always Watching – A Marble Hornets Story”, il quale però non è ancora giunto in Italia. È stata Marble Hornets la nostra principale ispirazione per quanto riguarda la struttura della serie. Per la trama, però, è tutta un’altra storia“.

D: Allora, come definiamo questa serie? Che genere è The D/M Journey?

R: “Definire The D/M Journey un horror non sarebbe corretto. Sì, ha molti elementi propri dei film dell’orrore, come la presenza di fenomeni paranormali, ma credo che in effetti sarebbe più giusto parlare di un thriller. Per ora. Poi potrebbe diventare qualcos’altro, nelle prossime stagioni. Non lo sappiamo ancora. A me piace molto cambiare, senza per questo sconfinare nella sperimentazione fine a se stessa”.

D: Due cose colpiscono, il budget praticamente irrisorio che vi è stato necessario per la realizzazione della serie, e la tipologia di comunicazione che state adottando. Parliamo un po’ del primo?

R: “Considerando le spese complessive, non abbiamo superato i 500€. Le riprese sono state effettuate alternando una videocamera compatta con due action cam di fascia bassa. Ma gli oggetti che sono stati acquistati appositamente per il progetto sono davvero pochi. Ci siamo perlopiù arrangiati con quello che avevamo già. È questa l’anima delle produzioni amatoriali. Tuttavia il ringraziamento più grande va a tutti coloro che ci hanno dato una mano, per un motivo o per l’altro. Cercare di fare tutto da soli avrebbe probabilmente portato a costi più alti e soprattutto maggiore stress. La mia preoccupazione più grande alla fine del montaggio è stata fondamentalmente cercare di ringraziare tutti quanti nei titoli di coda, senza dimenticare nessuno. Ma non sarà mai sufficiente a sdebitarmi con loro“.

D: Per quanto riguarda la comunicazione?

R: “The D/M Journey ha aggiornamenti molto frequenti, dell’ordine di uno ogni giorno, e della breve durata di 1-3 minuti, salvo ovviamente le dovute eccezioni. La scelta viene dalla volontà di rendere il risultato molto più spontaneo. I vlog sono ormai un mezzo di comunicazione molto diffuso in rete, e credo che utilizzarli nel nostro lavoro fosse alla fine una scelta naturale e indispensabile. Abbiamo voluto provare a coinvolgere il pubblico, chi guarda la serie l’impressione che Dario sia immerso a tempo pieno negli avvenimenti: diventa paranoico, sente il bisogno di riprendere con la videocamera ogni aspetto della sua vita, e questo si traduce nella tendenza a voler riportare tutto sui social, quasi minuto per minuto, e si ha l’impressione che stia succedendo tutto veramente. Mentre noi parliamo il Dario di The D/M Journey potrebbe star pianificando la prossima mossa. O forse potrebbe aver trovato qualcosa di strano in uno dei vecchi filmati. Chi lo sa? È questo il bello”.

D: Cosa particolare, davvero, è che gli attori non sono tutti pugliesi, giusto?

R: “La maggioranza degli attori è Salentina. Soleto, Vaste e Otranto sono i paesi più rappresentati. Tuttavia nel cast ci sono due importanti aggiunte “esterne”: i miei due amici Renzo Gioachini di Verona ed Enrico Bozzolan di Rovigo. Si trovavano in vacanza in Salento e hanno accettato di darmi una mano con le riprese. Renzo è l’attore che interpreta Lorenzo, mentre Enrico è stato fondamentale nell’assisterci e consigliarci su moltissime decisioni. Non finirò mai di ringraziarli”.

Piazza Castello di Otranto

Uno scorcio salentino, Piazza Castello ad Otranto

D: Prima di salutarci, parlaci brevemente delle location…

R: “Il luogo in cui si volge la maggior parte delle vicende è un fondo di proprietà di mio nonno, localizzato tra Soleto e Corigliano. Il nome Pecoraréa, utilizzato nella serie, è il vero nome del terreno. Quel posto ha un significato particolare per me e Matteo. Ci abbiamo passato giornate intere un centinaio di volte, in tantissimi tipi di occasioni [i due, come ci ha detto Dario, sono amici fin dall’infanzia]. Le altre location nelle riprese esterne sono quasi tutte di Otranto, in particolare Piazza Castello, la baia vicino alla Grotta della Monaca e la Valle dell’Idro. Queste scelte sono state molto personali e spero anche efficaci nel rappresentare alcuni scenari salentini. La valorizzazione del territorio è un altro obiettivo di The D/M Journey, seppur secondario”.

D: E per finire, perché vedere The D/M Journey?

R: “Sarò sincero: se si ha voglia di una bella storia e di vedere bei posti, The D/M Journey è la serie giusta. Tuttavia non è solo questo. I più attenti e anche magari i più curiosi si renderanno conto di molte idee e pensieri, magari celati da un filtro vocale o da filmati misteriosi, che esprimono in qualche maniera la visione di alcuni aspetti della vita che abbiamo io e Matteo. Si può dire che sia un’occasione per riflettere. Non è una storiella creata per stupire con le immagini. È un viaggio nella mente umana. Se sia bello o brutto, dovrete deciderlo voi guardandola.”

Ringraziando Dario Di Mitri per il tempo dedicatoci, corriamo su YouTube a controllare se l’altro Dario ha caricato, frattanto, un nuovo video.

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