6 Dicembre 2016 - 11:52

Tre dottoresse sospese per negligenza

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Tre dottoresse sospese per negligenza. L’accusa è di lesioni gravissime ai danni di un neonato, per il quale i sanitari avevano già richiesto un cesareo d’urgenza a causa del tracciato che evidenziava una sofferenza fetale

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Tre dottoresse sospese per negligenza. L’accusa è di lesioni gravissime ai danni di un neonato, per il quale i sanitari avevano già richiesto un cesareo d’urgenza a causa del tracciato che evidenziava una sofferenza fetale, con ben cinque episodi di tachicardia evidenziati in nemmeno un’ora. Le tre dottoresse, dipendenti dell’ospedale Santo Bambino di Catania, sono Amalia Daniela PalanoGina Currao e Paola Cairone, che secondo l’accusa avrebbero agito in questo modo per non dover rimanere oltre l’orario di lavoro previsto. Le tre sono state sospese, rispettivamente per 12, 6 e 4 mesi.

La paziente vittima delle tre negligenti dottoresse sarebbe una 26enne, alla quale sarebbero stato somministrato un farmaco assolutamente da evitare in casi di sofferenza fetale. Le indagate avrebbero falsificato i dati e simulato una condizione di regolarità in modo da non dover rimanere oltre l’orario. Oltre a questo, le tre dottoresse di Catania avrebbero evitato di mettere al corrente i colleghi sullo stato dei fatti, e di riportare quanto stava accadendo nella cartella clinica della paziente.

Secondo l’accusa la Cairone, pur non essendo a conoscenza dei fatti reali, avrebbe comunque perpetrato “una serie di condotte negligenti e imprudenti, da un lato praticando alla paziente per ben due volte le manovre di Kristeller, pratica bandita dalle linee guida, nonostante un tracciato non rassicurante, dall’altro non contattando in tempo il neonatologo il quale è arrivato quando già il feto era stato espulso dalla madre, effettuando il proprio intervento di rianimazione con gravissimo ritardo”. La Cairone, inoltre, al fine di evitare le proprie responsabilità avrebbe riportato “una serie di falsi in cartella clinica”.

I fatti risalirebbero al 2 luglio 2015, ma il lungo lavoro degli investigatori è riuscito solo adesso a portare alla luce le responsabilità dei medici presenti quel giorno all’ospedale Santo Bambino. Il neonato, aveva il cordone attorno al collo e ha riportato lesioni gravissime, pur essendo riuscito miracolosamente a venire al mondo. Secondo quanto riportato negli atti ufficiali della procura di Catania, queste sarebbero “encefalopatia ipossico-ischemica, tetra paresi spastica, grave ritardo neuro psicomotorio, indebolimento del tronco neuroencefalico”. Inoltre, secondo quanto si legge nell’ordinanza, “all’ospedale Santo Bambino le cartelle cliniche sovente vengono redatte successivamente all’insorgere dell’avvenimento clinicamente rilevante. Tutto ciò per una prassi instaurata dai sanitari, e talvolta anche imposta alle ostetriche, e finalizzata ad occultare le prove di eventuali responsabilità mediche”.

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