14 Giugno 2017 - 17:24

Twitter, Trump blocca il profilo di Stephen King

Twitter

Il Presidente Trump blocca il profilo Twitter di Stephen King. J.K. Rowling interviene nello scontro “Io non sono stata bloccata: te li mando io, i suoi tweet

[ads1]

Cosa succede quando a bloccare un profilo Twitter è il Presidente degli Stati Uniti? Non è la trama di un film, ma quello che è successo realmente e che in queste ore sta infiammando l’opinione pubblica, in rete e non. Il Presidente Trump ha infatti bloccato recentemente un profilo Twitter, ma non quello di un utente qualunque, bensì quello di Stephen King. Lo scrittore, infatti, dall’elezione di Trump, ha utilizzato questa piattaforma social – la preferita del Presidente – per scrivere messaggi piuttosto ironici o provocatori: per esempio, in più di un’occasione ha definito il miliardario divenuto capo della Casa Bianca “un idiota impulsivo e scontroso“.

Nello scontro tra Trump e King, si è inserita un’altra figura decisamente popolare, JK Rowling, l’autrice di Harry Potter. La scrittrice, appena appresa la notizia, ha ritwittato King aggiungendo un messaggio di supporto e collaborazione: “Io non sono stata bloccata: te li mando io, i suoi tweet“.

 La situazione che si è sviluppata va però ben oltre le vicende personali, e riapre una discussione iniziata nello scorso novembre: il Presidente degli Stati Uniti ha il diritto di bannare un cittadino americano, bloccandogli l’accesso a comunicazioni destinate a tutta la popolazione e dunque pubbliche?
Forse lo può fare dal suo profilo personale, @realDonaldTrump, ma non da quello ufficiale, @POTUS, (acronimo di President Of The United States) perché è da considerare alla stregua di un organo ufficiale della Casa Bianca, che tutti hanno il diritto di consultare.
Stephen King, inoltre, non è il primo ad essere stato bannato, e probabilmente non sarà neanche l’ultimo , dato che anche diversi giornalisti sono stati bloccati perchè non particolarmente graditi dal Presidente. La questione è al vaglio degli esperti ma sembra che per ora, come per molte delle problematiche che nascono nel Web, non si trovi il bandolo per sciogliere la matassa seguendo strade legali.
[ads2]