26 Settembre 2017 - 13:00

Caso Ultras, Andrea Agnelli inibito per dodici mesi

Andrea Agnelli

Un anno di squalifica più 20 mila euro di ammenda per Andrea Agnelli. Il presidente bianconero avrebbe fornito agli ultrà biglietti in numero non consentito. Ammenda di 300 mila euro alla Juventus che presenta ricorso

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Il presidente della Juventus Andrea Agnelli è stato inibito per un anno dal Tribunale nazionale della Federcalcio, a causa di rapporti proibiti della società con gli ultrà bianconeri. La squadra ha invece ricevuto un’ammenda di 300 mila euro. La procura federale aveva invece richiesto una inibizione di 30 mesi e due turni a porte chiuse per la società.

La sentenza

Secondo l’accusa la Juventus avrebbe tenuto rapporti non ortodossi con la sua tifoseria allo scopo di mantenere l’ordine pubblico nei settori dello stadio occupati dagli ultrà, cui venivano destinati “biglietti e abbonamenti, anche a credito e senza previa presentazione dei documenti di identità dei presunti titolari, in violazione delle disposizioni di norme di pubblica sicurezza”.

Il procuratore della Federcalcio Giuseppe Pecoraro aveva chiesto per Agnelli 30 mesi di inibizione, la corte ha più che dimezzato la richieste dell’accusa ed ora la palla passerà ai giudici di appello della Figc. Per il tribunale di primo grado, si legge nelle motivazioni, «l’estraneità invocata dal presidente non può ritenersi tale poiché il tenore dell’istruttoria e la indubbia frequentazione dirigenziale con gli altri deferiti, unitamente al lunghissimo lasso temporale durante il quale si è dipanato il periodo oggetto di indagine (5 stagioni sportive) ed alla cospicua quantità di biglietti e di abbonamenti concessi illegalmente, recitano in maniera opposta rispetto alle ragioni rassegnate dal presidente…».

Nelle motivazioni si legge anche come «…in atti non è fatto mistero che l’intero management fosse votato a ricucire i rapporti con gli ultrà e ad addolcire ogni confronto con i Club, al punto da favorire concretamente ed espressamente le continue richieste di agevolazioni così da rendersi disponibili a scendere a patti pur di non urtare la suscettibilità dei tifosi, il cui livore avrebbe comportato multe e sanzioni alla Juventus…».

Oltre ad Agnelli, la cui inibizione di dodici mesi è stata confermata con un comunicato dalla Figc, sono stati inibiti dal Tribunale nazionale-Sezione Disciplinare per la stessa durata Francesco Calvo e Stefano Merulla, mentre quindici mesi sono stati inflitti a Alessandro Nicola D’Angelo. Per ciascuno dei quattro dirigenti ed ex dirigenti bianconeri ventimila euro di multa.

Il ricorso

Dopo la sentenza di inibizione per un anno emessa oggi a carico del presidente Andrea Agnelli, la Juventus ha diffuso una nota ufficiale. «Juventus Football Club, preso atto dell’odierna decisione del Tribunale Federale Nazionale – si legge – preannuncia ricorso presso la Corte Federale di Appello nella piena convinzione delle proprie buone ragioni, che non hanno ancora trovato adeguato riconoscimento». La società «esprime la propria soddisfazione perché la sentenza odierna, pur comminando pesanti inibizioni nei confronti del Presidente e delle altre persone coinvolte, ha ’dopo ampia valutazione del materiale probatorio acquisito’  escluso ogni ipotesi di legame con esponenti della criminalità organizzata». La Juventus ha «fiducia nella giustizia sportiva e ribadisce di aver sempre agito in un percorso condiviso con le Forze dell’Ordine con l’obiettivo di contribuire alla piena salvaguardia della sicurezza e dell’ordine pubblico».

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