4 Agosto 2016 - 20:56

Vania, l’ennesima vittima di un caso di femminicidio

femminicidio

Ennesimo caso di femminicidio: questa volta è toccato a Vania che è stata tormentata e uccisa dal suo amante e vicario Pasquale Russo che volendola possedere sino all’osso ha deciso di ucciderla dandole fuoco

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Terribilmente attuale e ricorrente la vita di molte donne vincolate dai propri fidanzati o mariti in fin troppe decisioni, tra cui quella di non poter iniziare una nuova vita con nuovi obiettivi e mete da raggiungere stroncandola sin dal nascere, aggiungendo all’infinita lista l’ennesimo caso di femminicidio.

Pedinata, minacciata, spiata , è stata uccisa dal suo amante nonché omicida che si è munito di tanica e una volta riempitala di benzina, ha deciso di versarla sulla povera vittima che lentamente si è spenta bruciando e soffrendo fino all’esalazione del suo ultimo respiro.

Una storia proibita e travagliata sin dal nascere la loro: lei, separata con due figli in cerca di una storia vera, lui, sposato e padre di tre figli, non ha mai sentito la necessità di “sfaldar” la famiglia e far venir la storia alla luce del sole.

Un giorno Vania stanca della situazione tra i due affronta lui dichiarando la sua necessità di avere una storia vera e non più una storia clandestina e nascosta da tutto e tutti. Era diventato tutto troppo complicato da quando aveva affrontato Pasquale, l’amante con il quale aveva capito che non avrebbe mai avuto un futuro.

Una non relazione anche dal punto di vista temporale: infatti i due avevano una relazione dall’inizio dell’anno, hanno affrontato più bassi che alti ma le cose non sono mai decollate. Si erano lasciati e riavvicinati più di una volta in un crescendo di tensione, arrivando al momento in cui Vania ha espresso la frase causa dell’ira di lui «non sono disposta ad andare oltre, è finita».

E da quella dichiarazione ha avuto inizio l’inferno di Vania, durato fino alla sua morte. Ha cambiato il numero di telefono per poter evitare di essere contattata da lui, ha cominciato a guardarsi alle spalle temendo che lui la seguisse non potendo più chiamarla.

femminicidio«Non ce la faccio più, stanotte mi è entrato in casa» ha scritto in un messaggio a un’amica. Vania raccontava ogni duro colpo subito di Pasquale alle sue amiche e fingeva una vita serena e tranquilla con i suoi figli. Varie le raccomandazioni delle amiche che la invitavano a tenerlo il più lontano possibile, di denunciarlo ed è proprio quello che ha fatto Vania accompagnata dalle stesse sue amiche che han svolto il ruolo da testimone.

A insistere per la denuncia anche il suo ex marito Andrea, appuntato dell’Unità Cinofila dei Carabinieri di Firenze con il quale era rimasta in buoni rapporti. Le aveva consigliato vivamente di denunciarlo ma lei prontamente credeva di tenere tutto sotto controllo ma intanto Pasquale diveniva sempre più spietato e incapace di accettare l’idea di averla persa per sempre.

Le indagini sul femminicidio puntano all’ipotesi che lui l’abbia attirata sul luogo dell’appuntamento con una trappola rubandole il telefonino, per poi chiederle un incontro con la scusa di restituirlo. E nel luogo dell’incontro, è accaduto l’impensabile: lui aveva una tanica nascosta nel bauletto dello scooter, il luogo era isolato, il tutto designa un omicidio premeditato.

“Un buon padre di famiglia” questo si diceva di Pasquale, questo credeva la moglie che ha aspettato tutta la notte davanti alla questura dove lo stavano interrogando. All’alba mai si sarebbe aspettata di vedere quell’immagine: suo marito portato via in manette per l’omicidio di una donna, sua ex amante.

Durante l’interrogatorio il fuoco consumava la pelle della povera Vania che aveva supplicato i soccorritori: «Chiamate mio marito, vi prego». Aveva fornito il numero, qualcuno le aveva messo il telefono fra le mani bruciate e lei l’aveva detto al padre dei suoi figli con un filo di voce, l’ultimo: «È stato Pasquale». Lo stesso che interrogato giura: «Eravamo solo amici, fra noi nessuna storia d’amore».

Ma nessuna storia d’amore c’è stata realmente, solo una disgustosa storia malata, di possesso, intricatamente egoista.

E con Vania si spera che tutto questi ingiusti omicidi possano definitivamente terminare e che possano essere da monito a tutte coloro che versano in tali disumane condizione di vita.

L’amore non è oppressione ma libertà d’agire, di vivere e d’amare.

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