10 Novembre 2015 - 17:01

Vaticano, i panni sporchi si lavano in famiglia

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La resa dei conti privata del Vaticano al centro dello scandalo di cui si parla da giorni; i “corvi” hanno trafugato i documenti stilati dal COSEA in vista di una «revisione» dei criteri per l’Amministrazione del patrimonio immobiliare

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Che Papa Francesco, rappresentante di Pietro in terra dal 2013, stia portando avanti un progetto di riforma, cominciato col (super biasimato)  predecessore Benedetto XVI, che ha come obiettivo un repulisti generale dei “rami morti” della chiesa di Cristo, è un dato certo.

Che tale repulisti lo si sarebbe voluto tenere in “famiglia” è un dato altrettanto certo, così come confermato dalle parole del Santo Padre il quale sottolinea il fatto che i documenti trapelati siano stati “rubati” e quindi illegittimamente pubblicati.

Nessuna smentita dunque, circa la veridicità dei contenuti ma, a contrario, una dichiarazione d’indipendenza della Santa Sede (dotata di piena sovranità all’interno del Vaticano), circa la riservatezza dei documenti trafugati.

Vaticano, i panni sporchi si lavano in famiglia

Vaticano, i panni sporchi si lavano in famiglia

“La chiesa si rinnova con la preghiera e la santità quotidiana di ogni battezzato…” e non con gli scandali, sembra voler dire il Papa, tuttavia è indubbio che Fittipaldi e Nuzzi (autori rispettivamente di Avarizia Via Crucisabbiano scoperchiato un Vaso di Pandora dal quale sta uscendo di tutto.

Palazzi nel centro storico di Roma, aperti come centri di saune e massaggi, molto spesso frequentati da religiosi per incontri a luci rosse, affitti a prezzi stracciati a personaggi di potere, operazioni di compravendita con plusvalenze occultate.

È facile capire perchè il Vaticano avrebbe voluto tenere segrete cose simili, episodi che inevitabilmente infangano un’intera categoria, ma sebbene la storia c’insegni che la semplice polemica è sterile, altrettanto può dirsi della libera informazione?

Il furto è un reato, ma lo sperpero delle risorse di milioni di fedeli nel mondo per sostenere i privilegi e i vizi di pochi oltre che un reato è altresì un peccato; Timoteo 5:8, dice: “Se uno non provvede ai suoi, e in primo luogo a quelli di casa sua, ha rinnegato la fede”.

La chiesa cristiana è una famiglia composta da TUTTI i suoi fedeli e come tali meritevoli di sapere cosa succede, specie se (quasi) un’intera “classe ecclesiastica dirigente”, sembra aver rinnegato la fede di cui erano i principi.

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