30 Settembre 2016 - 09:56

Venezia e le sue bellezze misteriose

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Questa settimana aZONzo vi porta a spasso tra la bellezza sognante della città di Venezia, che ancora oggi incanta milioni di turisti con i suoi misteri

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Tutti noi abbiamo un’idea di Venezia.

Chi la vede come una fetta di paradiso, chi come una città qualunque, chi come una casa costretta ad essere abbandonata, chi come una città fatta di persone restìe al dialogo e dalla scarsa apertura mentale.

“A Venezia noi terroni siamo mal considerati” dicono i più.venezia

Ebbene non è così.

Nel mio breve soggiorno a Venezia non solo i miei occhi si sono cullati in alcuni degli scenari più suggestivi che abbia mai visto, ma il mio cuore si è riempito di una gentilezza che a volte, quasi scontata nelle nostre città del sud, mi ha piacevolmente sorpreso.

Persino nel ghetto ebraico, dove gran parte delle persone si aspettano di trovare chiusura mentale e rigidità, le persone ci hanno accolto nella loro cultura offrendocene con umiltà anche solo un brandello.

Che fosse un libro gratuito, o una ricetta tradizionale o semplicemente un dialogo, i veneziani ci hanno aperto le porte del loro mondo. Un mondo fatto di rispetto per la natura, per la propria architettura e per la propria lingua che allegramente ha fatto da sfondo al nostro napoletano.

Cosa vedere a Venezia?

Hugo Pratt nel suo celebre Favola di Venezia” scriveva “Ci sono a Venezia tre luoghi magici e nascosti: uno in Calle dell’Amor degli Amici, un secondo vicino al Ponte della Maravigie, un terzo in Calle dei Marrani vicino a San Geremia in Ghetto. Quando i veneziani sono stanchi delle autorità costituite, si recano in questi tre luoghi segreti e, aprendo le porte che stanno nel fondo di quelle corti, se ne vanno per sempre in posti bellissimi e in altre storie.”

Sarebbe infatti riduttivo girare per questa misteriosa città indicando i canonici punti turistici: Piazza San Marco, il Campanile, l’Arsenale e i Giardini.

Una volta visitati i luoghi più celebri bisogna percorrere le strade lasciandosi andare.

Accettare l’idea che una volta presa una strada ti ritrovi al punto di partenza, che i sottopassi bui e stretti nascondono un’ampia piazza in attesa di essere abitata e che lo spazio tra le case e il fiume è ridotto all’osso per non sovrastarne la bellezza naturale.

Come diceva Tiziano Scarpa “Dove state andando? Buttate via la cartina!”

Se vi trovate a Venezia infatti non avete bisogno di sapere necessariamente dove siete. Vi diranno “Voi siete qui” e non lo capirete. Non troverete auto da seguire, o centri commerciali lampeggianti. Niente fumo e smog, solo un rombo lontano di un vaporetto o un accento che cambia di calle in calle.

Un improvviso spiazzo vi segnerà il percorso e sarà come una luce guida.

Non combattete il caos, lasciatevi avvolgere da quel labirinto di strade che segna un percorso millenario.

Camminare per Venezia è come nuotare in fiume: non combattete la corrente, lasciatevi trasportare.

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