30 Settembre 2015 - 22:54

Ventimiglia, forze dell’ordine sgomberano il presidio

Ventimiglia

Forti tensioni fra attivisti, immigrati e Polizia. Il sindaco Iulano di Ventimiglia: “È ciò che volevamo da tempo”

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Dopo lo sgombero di questa mattina e la mediazione del vescovo Antonio Suetta, una cinquantina fra attivisti politici e immigrati hanno abbandonato la scogliera dei Balzi Rossi, luogo in cui si è contrastata l’immigrazione nel corso dell’estate 2015. Si è raggiunto un accordo fra le parti, per il quale gli stranieri verranno accolti presso il centro di accoglienza. Tuttavia, gli attivisti sono stati in ogni caso identificati e schedati.

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Ventimiglia, forze dell’ordine sgomberano il presidio

Nel pomeriggio del 30 settembre, la situazione è tesissima: la Polizia ha fermato circa trenta giovani, tutti di nazionalità italiana o francese, i quali erano intenti a raggiungere il presidio sugli scogli, attraversando Mentone.

Dopo alcuni momenti di resistenza, è stato loro permesso di oltrepassare i confini italiani.

Avvertito il sentore del pericolo di arresto e sgombero, all’alba, un centinaio fra italiani e immigrati sono fuggiti dal campo autogestito, ripiegando sulla scogliera. Alcuni fra essi non sono riusciti a saltare sugli scogli, venendo così arrestati da Commissariato e Carabinieri a fini identificativi. Molti fra gli occupanti hanno chiesto di potersi allontanare, nella speranza di trovare un’alternativa per un nuovo allestimento del presidio. Tuttavia, la Polizia ha impedito qualsiasi possibilità di accesso a volontari che portavano, con sé, acqua e cubo.

Arriva in loco anche il vescovo di Ventimiglia, Antonio Suetta, il quale intraprende una mediazione, al fine di convincere attivisti e immigrati ad abbandonare il presidio, garantendo, attraverso il prelato, la propria disponibilità a fornire una nuova collocazione per il futuro campo auto-gestito.

Soltanto in quel momento, la Polizia avrebbe iniziato a lasciar passare gli occupanti.

Tuttavia, all’alba, il picco della tensione è stato raggiunto. Dodici camionette delle forze dell’ordine entrano nel campo con l’ordinanza di sgombero.

Ciò provoca urla di spavento e rabbia tra i No Borders, la cui struttura viene in breve tempo smantellata. Molti fra gli immigrati hanno resistito alle operazioni degli agenti, affermando di non voler tornare nel paese d’origine. Il sindaco di Ventimiglia non ha risparmiato commenti di parte sulla vicenda: “È avvenuto ciò che era stato richiesto da tempo, vi erano troppi disagi dovuti a quel campo“.

La reazione degli attivisti è stata immediata: una manifestazione per mezzogiorno nel centro di Ventimiglia, cui hanno aderito numerose associazioni solidali.

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