18 Marzo 2016 - 15:36

Vertice UE, a Bruxelles si discute sul futuro dell’Europa. Apertura alla Turchia

Vertice UE, a Bruxelles si discute sul futuro dell'Europa. Apertura alla Turchia

UE: l’ingresso della mezzaluna è la possibile chiave per sbloccare la questione migranti. Nicosia nicchia, forte il blocco di Anastasiadis 

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Vertice UE: un’Europa coesa e pronta ad affrontare l’emergenza umanitaria che dal Nordafrica si sta rapidamente spostando ai piedi dei cancelli europei. L’incontro tra i capi di Stato è ancora in corso. I leader sono stati convocati per definire un piano d’azione comune per affrontare la questione immigrazione, al tavolo dei 28 si discute però anche d’altro: se l’emergenza greca è il problema principale per il governo centrale europeo, l’ingresso della Turchia all’interno della comunità è un punto che deve essere necessariamente affrontato in tempi rapidi.

Punto 1°, immigrazione. “Interventi buoni da parte di tutti i colleghi, se vogliamo dare una mano e interrompere l’immigrazione selvaggia dobbiamo operare in Nordafrica – commenta il premier italiano, Matteo Renzi – Cosa significa? Una politica a spese del governo europeo che deve operare nell’interesse di tutti gli Stati membri. A parole siamo tutti d’accordo, adesso vediamo se alle parole seguiranno i fatti”. Investire sulle coste del Nordafrica dunque, questa la soluzione che i capi di Stato europei cercheranno di portare avanti per non far collassare il sistema UE.  Intanto i rapporti tra Ankara, Atene e Bruxelles sono ancora freddi. La Turchia continua ad imporre il blocco al confine con la Grecia, mentre il campo profughi di Idiomeni è prossimo alla saturazione. I migranti si spostano sulle coste elleniche ed albanesi, l’ipotesi italiana fa gola a chi preferisce spendere ancora altri 2.200€ (questo il costo del viaggio verso la Puglia), piuttosto che aspettare inerme che le forze dell’ordine li rimpatrino. Il premier della mezzaluna Davutoglu comunica che nell’accordo presentatogli da Bruxelles per convincerli ad aprire le frontiere mancano tre milioni e la riapertura del fascicolo inerente l’entrata nell’Unione, condizioni indispensabili perché le contrattazioni continuino. Ulteriori richieste pervengono anche dal presidente Erdogan, argomento a lui caro è la liberalizzazione dei visti entro fine giugno. Timida l’apertura arrivata dal presidente francese Francois Hollande sull’argomento “Dovranno rispettare tutti i criteri”, mette in guardia il premier transalpino. “Non possiamo fare scambi con le condizioni per la liberalizzazione dei visti”, fa eco il cancelliere austriaco Werner Faymann.

Punto 2°, ingresso nell’UE.  E’ Nicosia il primo nemico della Turchia in questo momento, finché Ankara non riconoscerà i passaporti ciprioti e non permetterà a navi e aerei del Paese Ue di usare i suoi porti ed aeroporti Cipro non concederà il proprio benestare per l’adesione all’Unione. Al tavolo delle contrattazioni ci si è seduti con ottimismo e spirito d’iniziativa, anche la cancelliera tedesca Angela Merkel è velatamente positiva in merito all’ingresso della Turchia nell’UE. Scelta strategica più che di reale fiducia nel governo turco, l’ingresso del duo Erdogna – Davutoglu potrebbe sbrogliare lo stallo venutosi a creare al confine con la Grecia. I lavori continuano nella giornata di oggi comunque lentamente ed una passo per volta, il gomitolo intrecciato della politica europea in questo momento va sbrogliato pazientemente per non scontentare nessuno considerato che anche alla cena Anastasiadis, premier cipriota, ha ribadito la sua riserva sui nuovi ingressi all’interno dei 28.

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