10 Giugno 2017 - 09:00

Viaggiare insieme a bordo di un furgoncino

viaggiare insieme

Viaggiare insieme a bordo di un furgoncino: ecco come sta viaggiando questo gruppo di ragazzi italiani

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Viaggiare insieme: possono 9 persone totalmente diverse, che vivono sparse per tutta Italia, conoscersi casualmente e decidere di viaggiare tutti insieme, a bordo di un furgoncino? Possono stringere vere amicizie e diventare inseparabili compagni di viaggio?

Secondo questo gruppo di ragazzi, la risposta è si; ecco la loro storia.

Ciao ragazzi e benvenuti a ZON, raccontateci la vostra storia.

Ciao Annalisa, e ciao a tutti i lettori di ZON; siamo un gruppo di circa 9 ragazzi, dai 18 ai 24 anni. Diciamo “circa” di 9 persone perché siamo molto flessibili; se qualcuno si volesse aggregare alla nostra avventura, noi saremmo ben disposti ad accettarlo nel gruppo e farlo sentire parte di quella che ormai è una seconda famiglia.

Veniamo da ogni parte d’Italia, prevalentemente dal Nord: Veneto, Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna in particolare.

E molti di noi sono studenti universitari, i quali, nonostante i tantissimi impegni legati alla vita accademica, amano coltivare il bene più importante nella vita: l’amicizia.

Avete deciso di viaggiare tutti insieme; come e quando è nata questa magia?

La magia tra di noi era inizialmente nata su un’isola, un’isola di cui ci siamo innamorati e che tornavamo a esplorare ogni anno.

Nel mentre, ogni qualvolta ci incontravamo, sognavamo insieme la vanlife, finché una mattina uno di noi si è svegliato chiedendo: “perché se lo sogniamo non lo facciamo?“; e da lì è partita l’avventura!

Cosa pensano di tutto questo parenti ed amici?

Ogni volta che parliamo dei nostri progetti di viaggio ad amici e parenti, questi rimangono sorpresi e meravigliati.

Molti giovani nostri coetanei ci ammirano, e vorrebbero unirsi alle nostre avventure; i parenti, invece, talvolta sono un po’ più scettici; ma spesso con il semplice obiettivo di spronarci a progettare avventure sempre più entusiasmanti.

A differenza di tante altre persone che viaggiano da sole o in coppia, voi viaggiate “in comitiva”; ma come e dove vi siete conosciuti e quando avete deciso di iniziare a viaggiare assieme?

La cosa più fantastica è proprio questa: non c’è mai stato un momento in cui abbiamo preso l’esatta decisione di viaggiare insieme.

Ci siamo conosciuti in viaggio, da piccolini; da allora, non abbiamo mai smesso di viaggiare tutti insieme.

Il viaggio è la nostra essenza: è il viaggio che ci ha messi insieme, e quindi è naturale continuare in esso.

Proveniamo da parti diverse di tutta Italia, quindi l’unico modo per poter stare tutti insieme è viaggiare.

Negli anni siamo maturati molto come tipi di esperienze, fino a che, da una battuta collettiva, è nata la proposta di darsi alla vanlife.

Come vi spostate e come trovate i fondi per viaggiare?

I fondi per il viaggio in van derivano da piccoli lavoretti in cui sfruttiamo ciò che sappiamo fare meglio: aiutiamo i bambini a fare i compiti, lavoriamo in una paninoteca, da un fruttivendolo, scattiamo fotografie alle feste; per esempio “la Gionzi” è l’artista del gruppo, e si guadagna da vivere dipingendo magliette e facendo ritratti.

Da poco tempo abbiamo proposto di iniziare a fare gli artisti di strada, e ci piacerebbe orientarci in questo senso.

E poi ci sono stage, borse di studio…

Ad ogni modo, tutto quello che mettiamo da parte finisce in una carta prepagata comune che usiamo tutti insieme durante il viaggio.

Quali sono le difficoltà che affrontate quotidianamente nel vostro viaggio “insieme” in giro per il mondo?

Le difficoltà?!?! Le puzze e i lamenti di “Bedu”!

A parte gli scherzi, anche lavarsi certe volte diventa impossibile; pertanto, bisogna imparare a convivere con la nostra umanità.

Quando si è in viaggio allo sbaraglio, con una carovana di individui particolari, bisogna aspettarsi di tutto!

Una volta si è spaccata la tenda sotto un temporale in montagna, mentre un’altra volta abbiamo perso “la Gionzi” al confine tra Austria e Slovenia; un’altra ancora abbiamo dovuto trascinare di peso in tenda il più grosso di tutti, perché si era addormentato pesantemente… per non parlare del panino ammuffito lasciato per tre giorni in uno zaino e che ha trasformato il furgone in una camera a gas, o dei pasti improvvisati in cui ci siamo trovati a dover mangiare tonno in scatola usando una molletta da bucato come unica posata!

I più piccoli problemi quotidiani, in certi momenti, possono degenerare in situazioni di disagio; ma l’ importante è affrontare ogni situazione con spirito di unità, cercando di mettersi sempre nei panni dei nostri amici.

In quali Paesi siete già stati e quali sono tra le prossime tappe?

Siamo già stati in Slovenia, che consigliamo agli amanti della natura e dei boschi, e a Istria, in Croazia. Ma il nostro obiettivo è andare più a sud, verso Montenegro, Serbia, Bosnia; sia per una questione economica, che per una questione di avventura verso i posti meno turistici e ancora selvaggi.

E poi, ovviamente, abbiamo girovagato in Italia; la nostra patria sono le Tremiti, ma ovunque abbiamo lasciato il segno: Torino, Milano, Genova, il Lago di Garda, le Dolomiti, i Colli Euganei, Bologna, e potremmo andare avanti all’infinito!

Cosa avete imparato viaggiando insieme?

È difficile dirlo; oggi siamo completamente diversi da quando ci siamo incontrati la prima volta.

I nostri viaggi ci hanno permesso di maturare, di essere sempre più consapevoli che le diversità sono più un collante che non un motivo di discordia; abbiamo imparato ad apprezzare gli aspetti della vita a cui mai avremmo dato un senso: una doccia dopo tanta fatica, la vista di un tramonto, il calore di un falò in spiaggia, la forza che una mano amica può dare nel momento del bisogno.

Ma il viaggio continua e continueremo ad imparare cose nuove ogni giorno.

Cosa consigliereste a chi desidera intraprendere la vostra stessa avventura di viaggio “in comitiva”?

Innanzitutto bisogna trovare dei compagni di viaggio con cui essere sicuri di poter condividere tutto; ma proprio tutto. E, preferibilmente, ognuno dovrebbe avere competenze e capacità diverse, così da dividersi i vari compiti al meglio.

In secondo luogo è necessario avere tutto pianificato, così che non si perda tempo inutilmente a girovagare senza meta; lasciate poco al caso, in maniera tale da poter apprezzare gli imprevisti, ma anche che questi non diventino l’ordinarietà.

Quali sono i vostri sogni nel cassetto?

Il nostro obiettivo a breve termine è riuscire ad andare in Albania.

Il nostro sogno nel cassetto, invece, possiamo dire sia quello di visitare tutta l’Europa, chilometro per chilometro, nell’arco degli anni avvenire.

E divertirci, sempre; ma quello non è solo un sogno, è già realtà.

Se volete seguire le avventure dei ragazzi di Camion del Cemento Crew, ecco i link dei loro social:

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