24 Agosto 2017 - 10:04

Vitalizi, affossata ufficiosamente la seconda legge di civiltà

Gentiloni

I vitalizi sono giunti ufficiosamente al capolinea. Dopo lo ius soli decade anche la seconda legge di civiltà rinviata a settembre

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Era stata presentata in pompa magna, anche questa come legge necessaria e di civiltà, ma anche questa volta le promesse sono venute meno a pochi giorni dalla possibile discussione.

L’abrogazione dei vitalizi, come lo ius soli, non vedrà mai la luce grazie all’ormai noto gioco delle tre carte attuato in casa Pd.

Infatti, dopo lo spot elettorale di metà luglio – in cui ci si vantava della paternità della riforma – , il provvedimento sembra ormai arenato grazie agli stessi fautori della proposta.

La conferma, come avvenuto – nenache tanto velatamente – con Renzi per la cittadinanza legata alle nascite sul territorio, è arrivata da due esponenti del Pd, Zanda prima e Sposetti poi, che hanno rivelato, senza alcuna vergogna, il vero progetto democrats. I due, dopo aver annunciato la possibilità di accantonare il discorso sui vitalizi – il secondo addirittura annunciando la costituzione di un gruppo anti abrogazione – , hanno portato alla luce tutti le strategie per accantonare uno dei tanti provvedimenti rinviati a settembre.

Anche in questo caso, come accaduto per gli altri, si possono notare due elementi che da un lato tendono ad illudere la popolazione, attraverso una campagna mediatica proiettata verso le politiche 2018, e dall’altro a ricongiungere quelle piccole, ma significative, divisioni all’interno del partito che, però, ne metterebbero in dubbio l’esistenza in un sol colpo.

ius soli

Vitalizi

Il primo, e maggiormente triste, elemento è quello strettamente legato al lato propagandistico. L’annuncio e la pubblicità estenuante dei giorni passati sui vitalizi ha rappresentato solamente l’ennesimo specchietto per le allodole.

Difatti, consapevoli dell’affossamento a Palazzo Madama, i dem hanno fatto di tutto per essere direttamente coinvolti nella battaglia contro i privilegi della casta pur sapendo che al Senato i loro stessi rappresentanti avrebbero condotto una battaglia per impedire al provvedimento di andare in porto.

A questo, inoltre, si aggiungono i due escamotage, in cui spicca la terribile giustificazione di Sposetti sulla difesa delle donne, dove non solo si è consapevoli di mentire ma non si bada per nulla ad una realtà in cui ci si avvia, ahimè a grandi passi, verso il baratro.

Il secondo punto, invece, fa leva sulla presunta unità di intenti del partito promotore della riforma.

In questo situazione, con Fi, Ap, Ala e Mdp contro il provvedimento (guarda caso), il Pd si è sentito in dovere di far finta che il taglio dei vitalizi non fosse mai esistito, garantendosi la lealtà parlamentare dei più in occasione di interventi più urgenti e strategici.

La mancata apposizione della fiducia e l’imminente discussione su legge elettorale e di bilancio rappresentano il binomio perfetto per far affievolire le beghe interne, dovute in particolar modo alla perdita di (parte, in base al ddl Richetti) privilegi inopportuni, dato il periodo storico che la nazione sta affrontando.

In sostanza, anche questa volta c’è stato tanto rumore per nulla con i fautori di regole specifiche divenuti costruttori e distruttori delle stesse, attraverso banali quanto stupide motivazioni, in nome di un qualche principio che comunque li vede artifici del tutto.

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