24 Febbraio 2016 - 12:03

X-Files 10×06 (Finale di Stagione) – Analisi e Curiosità

ossessione

Gran finale di stagione per la miniserie-evento che ha riportato David Duchovny e Gillian Anderson nei panni degli agenti dell’FBI Fox Mulder e Dana Scully. L’attesa era tanta e “Ossessione” non delude, ma non si tratta di un vero finale: gli interrogativi rimasti aperti richiederanno futuri approfondimenti

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NARRAZIONE

[dropcap]S[/dropcap]i chiude dopo sei episodi la miniserie evento che ha riportato David Duchovny e Gillian Anderson nei panni degli agenti dell’FBI Fox Mulder e Dana Scully. Si attendeva una risposta agli interrogativi dati nell’episodio “La verità è ancora là fuori”, andato in onda il 26 gennaio scorso, nel quale la coppia originale che aveva fatto la storia nei primi anni Novanta, si trovava alle prese con la riapertura degli X-Files dopo tre lustri d’attesa. Ma l’episodio di oggi, dal titolo “Ossessione” ha fatto ben di più, tentando di mettere a posto numerose questioni lasciate in sospeso nelle nove stagioni precedenti. Forse con qualche esagerazione.

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FOTOGRAFIA[dropcap]C[/dropcap]atastrofista. Oggi va assai di moda questo filone, e tante sono le produzioni televisive che si sono adeguate a tale moda mainstream. Il problema è che X-Files è stata sempre una serie che poco si adatta a questa metodologia di racconto. Lo spettatore, in effetti, si trova spaesato di fronte alla scelta di Carter di precipitare improvvisamente l’umanità in un vortice che sembra precedere una inevitabile apocalisse, come effettivamente avviene oggi in “Ossessione“. L’idea era anche buona, ma lo stacco tra il penultimo episodio e questo è stato troppo netto, e concentrare in quaranta minuti troppe risposte, una risposta probabilmente non del tutto vincente.

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Regia
[dropcap]C[/dropcap]aotica. Intendiamoci, Chris Carter sa il fatto suo e non viene meno nella sua abilità di narrare le sue storie nella serie di cui è genitore. Ma nonostante il clima molto action della puntata, e soprattutto la capacità di trasmettere l’ansia di un’imminente apocalisse della specie umana, “Ossessione” diviene un calderone per troppe cose. Il Carter originale avrebbe fatto le stesse cose ma in uno spazio evidentemente più ampio, di tre puntate almeno. Qui risulta tutto troppo compresso, e il finale lascia aperto che X-Files dovrà presto tornare sui nostri schermi. Ma come? Non ci avevano detto che era un semplice revival, un tentativo di riprendere in mano una vecchia serie e rivederla con gli occhi di oggi? Evidentemente no, ma così il rischio della minestra riscaldata è molto, molto alto.

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Colonna-Sonora

[dropcap]Q[/dropcap]uella tradizionale, di X-Files. Però in “Ossessione” una frase si sostituisce al “The truth is out there” che compare sistematica al termine della sigla originale della serie, una frase che dice “This is the end”. Ma noi questo “This is the end” l’abbiamo già udito come intro di The End dei Doors. Allora perché Carter non la usa?

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Curiosità

[dropcap]R[/dropcap]itorno importante, nella puntata di stasera, per Annabeth Gish, già vista nell’ottava e nella nona stagione di X-Files nel ruolo dell’agente FBI Monica Reyes. Classe 1971, la Reyes entra nell’ottava serie per sostituire Duchovny, lontano per motivazioni legate al contratto. Oggi l’attrice riappare, con un grande segreto alle spalle.

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PERSONAGGIO[dropcap]I[/dropcap]l più bravo di tutti è senz’altro lui, William B. Davis. Di rado si vede un cattivo così “cattivo” in una serie TV. Il fatto è che Davis non è solo cattivo, ma è anche terribilmente inquietante. Oggi, per esempio, la sua performance è di quelle che si stampano nella testa, soprattutto perché il suo personaggio, “L’uomo che fuma”, non si limita solo a fumare le sue famigerate Morley attraverso un cannello installato giusto in mezzo al collo, ma si palesa agli spettatori come una sorta di strano collage di pezzi di carne messi insieme, dopo essere rimasto coinvolto in un incendio che lo ha bruciato da capo a piedi. E il trucco è veramente ben riuscito.

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ossessione

L’uomo che fuma: brrr

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