5 Ottobre 2016 - 16:55

Xenofobia pericolosa nelle parole del ministro degli interni britannico Amber Rudd

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Xenofobia pericolosa nelle parole del ministro degli interni britannico Amber Rudd. A margine dell’annuale congresso del Partito Conservatore è arrivata la proposta shock di introdurre delle liste di proscrizioni per i lavoratori stranieri della Gran Bretagna

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Xenofobia pericolosa: questa l’accusa mossa dal partito laburista nei confronti del ministro degli interni britannico Amber Rudd, che a margine dell’annuale congresso del Partito Conservatore ha lanciato la proposta shock: liste di proscrizione per tutti i lavoratori stranieri della Gran Bretagna. Una proposta talmente clamorosa da scatenare un’ondata di polemiche tale da oscurare persino l’evento chiave della giornata, il primo discorso di Theresa May in qualità di Premier al congresso del partito.

Nessuna xenofobia, ma solo buon senso nelle parole del ministro, che afferma come i lavoratori e gli studenti stranieri nel Regno Unito siano troppi, e tolgano posti, spazio e risorse ai cittadini britannici, e aggiunge

Per invertire la tendenza non basta, evidentemente, porre limiti all’immigrazione, come il Regno Unito si appresta a fare con Brexit, ovvero uscendo dall’Unione Europea e mettendo fine alla libertà di movimento dei lavoratori, anche pagando il prezzo dell’uscita dal mercato comune. Occore qualcosa di più: “Svergognare” le aziende che, perlomeno nella visione del governo, privilegiano le assunzioni di stranieri. Per questo, l’obbligo di pubblicare “liste” per nazionalità, in modo che l’opinione pubblica sappia quanti britannici e quanti non britannici vi lavorano”.

Questo tipo di pressione, secondo la Rudd, spingerebbe le aziende ad assumere più lavoratori britannici e meno stranieri.

“Xenofobia pericolosa” è l’accusa mossa dal partito laburista nei confronti del ministro, ma dalla City, cuore pulsante dell’economia britannica, arriva un ammonimento a proposito di quanto detto: senza gli stranieri, infatti, l’economia nazionale andrebbe in tilt.

A fare eco alle parole della Rudd, però, arriva la Premier in persona, che afferma come i diritti degli europei residenti nel Regno Unito, quando Brexit sarà effettivamente portata a compimento, saranno protetti finché lei sarà a capo del governo “a patto che i britannici ricevano protezione analoga in Europa”. La nazione più cosmopolita e più aperta che la storia ricordi sta per tornare indietro. Parecchio indietro.

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