7 Gennaio 2020 - 15:02

2020, ecco perchè non si deve abbreviare la data in 20 nei documenti

2020

L’anno 2020 non si deve abbreviare in 20 nei documenti legali. Il motivo è la facilità con cui può essere cambiato in qualsiasi altra data degli ultimi due decenni

Abbreviare il 2020 in 20 potrebbe esporre a rischi non indifferenti. Attenzione a non farvi cogliere impreparati dal nuovo anno.

Quando compiliamo un documento molto spesso ci viene spontaneo abbreviare l’anno da riportare come data. Così, fino ad ora, il 2018 è stato “18” il 2019 è diventato “19” e, di conseguenza, vi potreste convincere che anche per il 2020 sia possibile fare lo stesso. In realtà nessuno lo vieta ma quest’abitudine potrebbe andare a ledere la sicurezza economica dei cittadini, ragion per cui gli esperti consigliano di non abbreviare.  Il problema, di fatto, deriva dalla facilità con cui l’anno 2020 abbreviato in “20” può essere cambiato in qualsiasi altra data degli ultimi due decenni. In questo modo il 10/04/20 può essere modificato in 10/04/2017 o in 10/04/2016 e così via, dando ad eventuali mal intenzionati la possibilità di dare una valenza temporale (e giuridica) diversa a quello stesso documento che avevate firmato inizialmente.

Questo avvertimento, in realtà, circola da diversi giorni sui social. Alla notizia, però, non tutti hanno prestato molta attenzione, mentre altri non hanno perso tempo a ironizzare in maniera critica: “Quindi l’anno scorso non avremmo dovuto usare nemmeno l’abbreviazione ’19’ per il 2019 perché avrebbero potuto cambiarlo in 1998?”

Sulla questione si è espresso anche il dipartimento di polizia americano che ha provato a mettere in guardia i cittadini. “Naturalmente comprendiamo che tutte le date possono essere modificate. Tuttavia se un documento di qualsiasi tipo, legale o professionale, viene portato alla nostra attenzione come falsificato o fraudolento, probabilmente aumenterebbe di più i sospetti se avesse come data il 1998 rispetto ad un documento datato 2019 o 2021”.