Bullismo, parla Crepet: “Un atto di frustrazione e debolezza”
Lo psichiatra Paolo Crepet sul bullismo: "Questa violenza contemporanea deriva da due aspetti. Il primo: la mancanza di futuro; il secondo: l'indifferenza"
“Il bullismo? È figlio di una società indifferente che non pensa al futuro dei giovani“. A dirlo con forza è Paolo Crepet. Il professore, nell’ambito del ciclo di incontri della “Scuola per genitori“, tratta un tema attuale e molto diffuso come quello della violenza tra giovani.
“Prima di tutto – spiega Crepet – credo che sia importante tenere in considerazione un concetto: il bullismo è un atto di frustrazione e inoltre, come ogni atto violento, è sinonimo di debolezza“. Ma quali sono i fattori che spingono un giovane a bersagliare un suo coetaneo o un ragazzo più piccola? Lo psichiatra e saggista prosegue: “Questa violenza che definisco contemporanea deriva da due aspetti. Il primo: la mancanza di futuro, la generazione attuale, infatti, vive in un’epoca in cui non è possibile guardare oltre. Pensate che ci sono un milione di ragazzi che non studiano e non lavorano, e la maggior parte di loro si trova nel Nordest. Il secondo concetto è l’indifferenza. I ragazzi di oggi sono afoni: non comunicano. E così anche i loro genitori“.
Le parole di Crepet affondano le proprie radici nell’attualità. “Ho parlato con il padre di una ragazza coinvolta nel pestaggio al carabiniere durante il Rave party – prosegue – e mi ha detto la solita frase: ‘Mi sembrava una brava ragazza’. Niente di più sbagliato. Non bisogna difendere i figli, bisogna punirli, perché è simbolo di amore e di affetto“.
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