30 Marzo 2021 - 10:58

Nuovo contributo a fondo perduto: ecco come si calcola

imprese Contributo a fondo perduto

Il nuovo contributo a fondo perduto scatterà già da oggi. Per la richiesta serve un calo del 30% del fatturato tra il 2020 e il 2019

Novità in arrivo soprattutto per quanto riguarda le attività commerciali. Da oggi, infatti, scatterà il nuovo contributo a fondo perduto previsto dal Decreto Sostegno. Il contributo garantirà da un minimo di 1.000 € (che diventano 2.000 nel caso di soggetti diversi dalle persone fisiche) a un massimo di 150mila €. Spetta a tutti i titolari di partita Iva e alle imprese, compresi i forfettari, i professionisti iscritti agli ordini, le aziende agricole, gli enti non commerciali e le associazioni sportive dilettantistiche (ASD).

La domanda va inviata all’Agenzia delle Entrate a partire dal 30 Marzo. I modelli da seguire saranno quelli diramati dalla stessa Agenzia. Ma entriamo nel dettaglio e vediamo come si calcola il nuovo contributo a fondo perduto.

A chi spetta il contributo

Per poter chiedere all’agenzia delle Entrate il contributo a fondo perduto 2021 bisogna aver subìto un calo del fatturato e dei corrispettivi di almeno il 30% tra il 2020 e il 2019. Senza calo di fatturato, non si ha diritto al contributo.

Sono esclusi anche tutti i soggetti che nel 2019 hanno avuto ricavi oltre i 10 milioni di €. È escluso, inoltre, chi non aveva una partita IVA attiva alla data del 23 marzo, giorno di entrata in vigore del Decreto Sostegno. Perciò, chi ha cessato l’attività per colpa del Coronavirus, non ha diritto ad alcuna somma.

Come si calcola

Il calo di fatturato tra il 2020 e il 2019 considera tutte le fatture attive al netto dell’IVA relative a operazioni tra il 1° gennaio e il 31 dicembre. Vanno incluse anche le cessioni dei beni ammortizzabili. Il calo del 30% va misurato rispetto al fatturato medio mensile. Così, chi ha aperto le attività nel corso del 2019 potrà effettuare un confronto omogeneo (nel conto della media mensile 2019, va escluso il mese in cui è stata aperta la partita IVA).

Chi ha aperto la partita IVA dal 2020 in avanti, invece, non ha un parametro di riferimento per calcolare il calo di fatturato. In questo caso, gli spetta il contributo nella misura minima (1.000 o 2.000 €). Lo stesso vale per chi ha aperto nel 2019, anche se non dovesse arrivare al calo del 30% o dovesse addirittura registrare un aumento degli affari, come confermato dalla modifica al provvedimento delle Entrate decisa nella serata di lunedì 29 Marzo.

I criteri per il calcolo

Il contributo si calcola in percentuale sul calo di fatturato medio mensile, secondo cinque fasce:

  • – indennizzo pari al 60% del calo di fatturato, per chi nel 2019 aveva ricavi o compensi fino a 100.000 €;
  • 50% per i soggetti con ricavi oltre 100.000 e fino a 400.000 €;
  • 40% per i soggetti con ricavi oltre i 400.000 euro e fino a 1 milione;
  • 30% per i soggetti con ricavi oltre 1 milione di euro e fino a 5 milioni;
  • 20% per i soggetti con ricavi oltre i 5 milioni di euro e fino a 10 milioni.

Dipende, dunque, dal calo del fatturato, poi si applica la percentuale di contributo spettante. Il contributo non può mai essere inferiore a 1.000 € (per le persone fisiche) o 2.000 € (per gli altri soggetti), né superiore a 150.000 €.

Come si chiede il contributo

Il contributo va richiesto da martedì 30 marzo al 28 maggio. La domanda va presentata solo in via telematica al portale “Fatture e Corrispettivi” del sito dell’Agenzia e può essere inoltrata direttamente o tramite un intermediario abilitato. Al momento della domanda si può scegliere di ricevere il contributo in modo diretto o di trasformarlo in credito d’imposta da usare subito in compensazione per pagare i propri debiti fiscali. La scelta è irrevocabile e riguarda l’intero contributo.

Sanzioni e controlli

Il contributo a fondo perduto prevede anche delle sanzioni. Si applicano le stesse regole previste per il contributo a fondo perduto del Decreto Rilancio del Governo Conte. Attenzione, quindi, alle domande presentate con leggerezza. L’Agenzia farà controlli preventivi prima di erogarlo, ma chi riceverà un contributo non spettante potrà essere chiamato a restituirlo con le sanzioni e gli interessi.

Il beneficiario che si accorga di aver ricevuto un contributo non spettante può comunque sempre giocare la carta della rinuncia. In questo caso, l’istanza può essere trasmessa anche oltre il termine del 28 Maggio. La rinuncia può essere trasmessa da un intermediario delegato al cassetto fiscale o alla consultazione delle fatture elettroniche. Se invece l’intermediario è stato delegato solo alla richiesta di fondo perduto previsto dal decreto Sostegni, può inviare la rinuncia solo se è stato lui a trasmettere la richiesta dell’aiuto.