18 Marzo 2019 - 13:12

Francesco Piccolo incontra i lettori: “La libertà del maschio”

Francesco Piccolo

Francesco Piccolo tiene un incontro dal titolo “La libertà del maschio” presso il Teatro Studio Borgna dell’Auditorium Parco della Musica

Francesco Piccolo è stato ospite, il 16 marzo, della manifestazione “Libri Come”. Interviene la conduttrice di Fahrenheit e scrittrice Loredana Lipperini. Lo scrittore casertano ha presentato il suo ultimo libro, “L’animale che mi porto dentro”. Ancora una volta il lettore percorre un’analisi sulle differenze tra l’essere se stessi e il raccontare se stessi. Nella lotta interiore contro la collettività maschile, Francesco Piccolo ci invita a comprendere una realtà psicologica difficile da sconfiggere e da accettare.

Trama

L’animale che mi porto dentro è un’autoconfessione del maschio. Il personaggio del libro è alla ricerca costante di un modo per staccarsi da quelli che sono comportamenti, pensieri e atteggiamenti profondamente radicati all’interno di se stesso. Il protagonista spiega che l’uomo è in costante lotta, vuole superare la classica concezione di maschio alfa, mostrando una sensibilità che lo rende insicuro e sofferente. L’indagine inizia a partire dagli stereotipi maschili che coinvolgono uno spietato desiderio femminile e prosegue per l’innata e necessaria manifestazione continua di virilità.

Le dichiarazioni dello scrittore

La brutalità della confessione ha scaturito diversi disagi nei lettori. Tra i punti più pregnanti dell’analisi, sul desiderio sessuale e le caratteristiche maschie, Piccolo commenta: “Non riguarda lei, riguarda te. Riguarda la tua virilità, ha sempre a che fare con la tua virilità”. E continua: L’arroganza del momento del successo è una caratteristica maschile che non è paragonabile a nessun altro tipo di successo femminile, proprio perché deriva dalla stessa spinta, da quella violenza, da quell’atteggiamento nelle riunioni di lavoro che hanno i maschi.. deriva da una spinta che non è propria. E’ come se ci fossero dietro dei fantasmi, la cultura tarica, talmente sedimentata che può anche apparire natura, che ti spinge verso l’egoismo, verso l’arroganza, verso la brutalità, verso il sentirti Stocazzo. Ti spinge. E questa spinta è una cosa che io avevo la voglia e l’esigenza di raccontare, nella maniera più brutale possibile”

Tornando spesso sull’importanza della differenza tra il raccontare e il fare letteratura, il vincitore del Premio Strega 2014 spiega l’importanza di una confessione letta come tale. Il preciso obiettivo sembra quello volto alla comprensione, non giustificazione di determinate dinamiche. Difatti la confessione è volta negativamente agli aspetti citati, ma con rassegnazione e sarcasmo.

Dietro questa bestialità c’è una sofferenza. questa cosa qua non è facilmente raccontabile e facilmente accettabile nel leggerla, però questo personaggio fa fatica addirittura ad essere una bestia.