6 Novembre 2018 - 15:33

Governo, il do ut des che certifica l’incompatibilità

Governo Province

Governo, lo scontro tra le parti in causa evidenzia sempre maggiori incompatibilità tra i sottoscrittori del contratto. Possibili conseguenze nella maggioranza giallo-verde

Con il progetto leghista ormai partito, il Governo Conte si trova ad affrontare una nuova sfida politica interna.

Infatti, come certificato dal dibattito sul Decreto Sicurezza e l’emendamento sulla prescrizione, si è aperta una nuova fase dell’Esecutivo giallo – verde.

Al netto delle singole posizioni – e della bontà delle stesse – ciò che emerge con forza è la totale incompatibilità di intenti tra i sottoscrittori del contratto.

Andando per ordine e tenendo ben presente quanto scritto in precedenza sul marketing politico verde, è possibile mettere in evidenza due aspetti che non solo certificano un percorso di Governo più che tortuoso nei prossimi mesi ma anche un continuo botta e risposta tra le parti.

Il primo punto, tenendo ben presente il cambiamento in corsso nel centro-destra, è dimostrabile tanto dal dibattito in corso quanto nelle rimostranze interne ai pentastellati.

In pratica, sia i sondaggi che i bocconi amari per tener fede all’accordo di Governo hanno messo in pre-allarme i 5Stelle che si ritrovano a dover domare il malcontento della base e, contemporaneamente, cercare di incidere – anche se in maniera mutilata – sulle sorti della Nazione.

Data la precaria condizione – elettorale e non – il movimento guidato da Di Maio si troverà a breve a dover predere una scelta definitiva sulla strada da intraprendere e sul da farsi per il prossimo futuro, in vista delle Elezioni Europee.

A tuttò ciò si collega la continua diatriba fra aree di Governo – tipica anche degli Esecutivi degli anni passati – che in questo caso evidenzia una crisi continua senza precise conseguenze.

Questa situazione, in cui lo spettro politico e partitico si modifica a seconda di quanto detto e fatto, genera diverse conseguenze con possibili ritorsioni sull’andamento del Paese.

Forti del consenso generale presunto – e grazie anche ai continui autogoal degli altri soggetti in campo – Lega e M5S potrebbero portare avanti questa forma di gestione della cosa pubblica senza subire alcunché grazie ad affezione diffusa nello stivale.