28 Gennaio 2016 - 18:02

I furbetti del cartellino… ma chi fa il furbo?

furbetti del cartellino

I “furbetti” e l’organizzazione della Pubblica Amministrazione non sono al passo coi tempi dello smart working

[ads1] Anche se gli undici decreti legislativi, che derivano dalla legge delega, che prende il nome dal Ministro Madia, sono stati approvati, i relativi testi non ci sono ancora, ragion per cui quando saranno trasmessi alle Camere proveremo a fare un approfondito e più preciso esame.

14626344844_77727d94bd_hRicordiamo che i provvedimenti vanno dalla riduzione delle forze di polizia, accorpando il Corpo Forestale dello Stato ai Carabinieri, dall’albo dei dirigenti apicali della Sanità alla trasparenza più totale, per approdare, non ultimo, alle corsie preferenziali per gli investimenti strategici. Possiamo certo affermare che trattasi di provvedimenti coraggiosi e di grande rilevanza. Proprio per questo motivo ci si aspetterebbe di leggere su questi temi commenti e controproposte o anche polemiche da parte dei commentatori e dei politici, non fosse altro per affrontare il problema degli oltre 7 mila esuberi che si creeranno con l’eliminazione delle partecipate, nonché il tema della difesa dell’ambiente dopo la cancellazione del Corpo Forestale dello Stato.

A fronte di tali temi accade, invece, che domina su tutto il dibattito sul provvedimento, che imprime semplicemente un’accelerazione dei tempi per le azioni disciplinari contro i c.d. “Furbetti del cartellino”. Tra l’altro, concedendo l’ennesimo alibi ai dirigenti e obbligandoli per legge ad intervenire. Come se non fosse già di loro competenza la gestione del personale assegnato ed i relativi interventi disciplinari.

Chiariamo che non voglio difendere chi froda anzi tutt’altro, ma invito a fare un ragionamento più ampio sull’argomento perché non ritengo che 3 ma pure 4 mila e più licenziamenti immediati cambierebbero la realtà della P.A.. Questo per una serie di motivi che provo ad illustrarvi:

  1. Non saranno certo le accelerazioni dei provvedimenti disciplinari a migliorare efficienza ed efficacia dell’agire della P.A.. Per avere risultati diversi bisognerebbe intervenire sulla cultura degli “stili di management” con una corretta e moderna gestione del personale (visto appunto come RISORSA), che passa dal riconoscimento del merito, alla valorizzazione delle competenze, alla formazione continua, alle opportunità di crescita per finire agli strumenti di motivazione, partecipazione e comunicazione. Questo perché dove le Organizzazioni funzionano come squadra, dove gli obiettivi sono chiari e condivisi e dove i dirigenti sono anche “coach” (e forse anche qui andrebbe fatta una seria formazione) NON CI SONO FURBETTI!
  2. L’attenzione è stata ed è puntata solo sul furbetto che timbra e se ne va (quanti? Migliaia? Ma i dipendenti pubblici sono milioni!), questo distoglie l’attenzione dagli altri, più di 4/milioni, che dopo aver timbrato, in ufficio ci vanno. Ma spesso entrano in luoghi fatiscenti, sono mal distribuiti, troppo vecchi e il più delle volte lasciati a se stessi senza strumenti adeguati, senza motivazione (e aggiungerei senza senso di appartenenza) né tantomeno di partecipazione;
  3. Non ultima, se si vuole guardare a quelle che oramai sono le nuove frontiere che molte organizzazioni già attuano, l’attenzione alla presenza fisica e al cartellino di Fordiana memoria, quello che oramai prende il nome di “archeologia industriale”. Tutto questo fa dimenticare che la P.A. è un posto dove si trattano informazioni e conoscenza, dove ci vorrebbe la massima flessibilità per stare al passo con tutte le aziende del mondo che ormai vanno verso lo “smart working”, la flessibilità, l’orientamento al risultato piuttosto che le ore trascorse in ufficio.

Su questo si dovrebbe abbandonare la logica della fabbrica di Fordiana memoria ed imitare le migliori aziende private che hanno già capito che quello che fa la differenza non è la quantità del tempo trascorso dietro una scrivania ma cosa fanno i lavoratori e quanto ci mettono in termini di entusiasmo, condivisione e proattività. Il vincolo organizzativo è praticamente saltato. Tempo, luogo e organizzazione sono rimasti vincoli legati alla produzione di beni materiali o di servizi che presuppongono la presenza (es. un negozio fisico a differenza di un negozio che opera via Internet).

Bisogna sottolineare che oggi la formazione non c’è: il dato statistico riporta in mezza giornata all’anno la formazione dei nostri dipendenti pubblici contro le 5/7 giornate degli altri paesi europei, siamo la P.A. più vecchia del mondo con una media nel 2014 di 49 anni in aumento di 6 anni rispetto al dato del 2001 (43 anni), con un aggregato che fa emergere che l’83% dei dipendenti supera i 40 anni, mentre solo il 3,1% ha meno di 30 anni.

Si finisce con la scarsità negli investimenti, nella cultura e nelle competenze digitali. Bisognerebbe mettere altrettanta attenzione, come quella dedicata ai furbetti di Sanremo, anche ai temi che potrebbero rendere la nostra P.A. un’organizzazione al passo coi tempi.

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