3 Giugno 2021 - 07:37

Legge 40, cosa dice la legge sulla procreazione medicalmente assistita

Fecondazione assistita

La Legge n.40 del 2004  disciplina la procreazione assistita in Italia. Da sempre sono temi molto dibattuti, ma cosa dice la legge in realtà?

La Legge n. 40 del 2004 regolamenta le tecniche di procreazione medicalmente assistite, o PMA. Si tratta di una legge importantissima, che viene incontro a quelle coppie che hanno problemi di infertilità o sterilità di avere dei figli. Da sempre, la Legge 40 ha diviso l’opinione pubblica a causa della natura molto delicata dei temi che tratta. Ma vediamo più nello specifico cosa si intende con PMA.

Che cos’è

La PMA, più comunemente nota come fecondazione assistita, è l’insieme delle tecniche usate per aiutare le coppie nel concepimento nei casi in cui il concepimento spontaneo sea impossibile o remoto. Oppure nei cais in cui gli interventi farmacologici o chirurgici siano inadeguati. La Legge 40 riconosce 3 diverse metodologie di PMA: I, II e III livello.

  • Metodologie di I Livello: sono semplici e poco invasive. La fecondazione avviene nell’apparato genitale femminile;
  • Metodologie di II e III Livello: sono molto più complesse e richiedono la fecondazione in vitro.

Tutte le strutture abilitate devono attenersi scrupolosamente alle Linee Guida del 2015 per la Legge 40. Esse definiscono come PMA tutti quei trattamenti che comportanto il di ovociti umani, di spermatozoi o embrioni al fine di realizzare una gravidanza. Essi includono:

  1. inseminazione;
  2. fecondazione in vitro;
  3. trasferimento embrionale;
  4. trasferimento intertubarico dei gameti;
  5. microiniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo;
  6. crioconservazione dei gameti e degli embrioni;

Dal 2014, la Corte Costituzionale ha fatto decadere il divieto di fecondazione eterologa nel nostro Paese. Pertanto oggi si può ricorrere a PMA con l’ausilio di uno o più gameti che provengono da un donatore esterno alla coppia.

Chi può accedere alle PMA?

La Legge 40 concede diaccedere alle tecniche appena descritte ai maggiorenni, di sesso diverso, coniugati o conviventi, purché in età fertile e viventi. Non è quindi possibile prelevare gameti dai defunti. Non è invece consentito il ricorso alla fecondazione assistita per i single, per le coppie omosessuali, le persone in età avanzata e non compatibili con una procreazione naturale, i vedovi e le vedove.

Si tratta comunque di divieti facilmente aggirabili, dal momento che alcuni paesi (come la Spagna) consentono la fecondazione assistita anche alle donne single, indipendentemente dal loro stato civile o dall’orientamento sessuale. Si tratta questo di un argomento molto dibattuto in Italia, che divide l’opinione pubblica e politica. Stesso discorso per l’accesso a tali pratiche da parte di coppie omosessuali.

La Legge 40 vieta espressamente il ricorso alla maternità surrogata, nota anche come “utero in affitto”. In altri termini, tale pratica è un reato in Italia. Molte persone sono andate all’estero per ricorrere a tale pratica, ma al loro rientro viene loro negata la possibilità di trascrivere il certificato di nascita del bambino o della bambina. La Corte Europea dei Diritti dell’uomo ha recentemente stabilito che sebbene uno Stato può negare tale trascrizione, è invece illegittimo negare cittadinanza e tutele giuridiche al bambino. In altri termini, uno Stato può rifiutare il riconoscimento della genitorialità a persone che hanno usufruito della maternità surrogata, ma non può esimersi dal garantire diritti e tutele fondamentali al bambino.