1 Dicembre 2022 - 15:08

Mario Ferri: “Dopo Qatar 2022 metto la testa a posto”

Ha iniziato a invadere i campi da calcio di mezzo mondo "per scommessa, per lanciare messaggi positivi" E una volta ha fatto arrabbiare Giorgia Meloni. Intervista a Mario Ferri, il falco di Qatar 2022

calcio Superlega

Uscire di scena quando si è al culmine del successo: tornando in Italia da Doha, Mario Ferri mi giura che quella che l’ha visto protagonista durante Portogallo-Uruguay ai Mondiali in Qatar 2022, è stata la sua ultima invasione di campo :“Ho un’età (35 anni, nda). Ne ho fatte troppe”. Tuttavia assicura: “Continuerò comunque a farmi sentire per le cose in cui credo. Che sia sui social o in tv, magari con un reality”.

Mario, torniamo a lunedì sera. Cosa è successo dopo la sua improvvisata?

Mi hanno portato in una camera di Polizia per il riconoscimento e la verifica dei documenti. Non potevo sapere cosa mi sarebbe successo: in fondo avevo sventolato la bandiera arcobaleno in un paese che lo ha esplicitamente vietato. Pensavo che, se mi avessero arrestato, sarebbe scoppiato un vero e proprio caso internazionale. Come se non bastassero già le ombre che gravano su questo Mondiale. Poi è arrivato il presidente della Fifa, Gianni Infantino.

E?

Mi ha fatto una battuta: “Quand’è che ti dai una calmata?”. Non era la prima volta che facevo un’improvvisata durante i Mondiali, ne feci una anche in Sudafrica nel 2010. Ed io, reggendo la battuta, ho risposto: “Presidente, abbiamo giocato un po’ a guardie e ladri, ventimila guardie contro un solo ladro. E questa volta ho vinto io. Mi scusi, ma il messaggio era troppo importante”.

Sulla sua maglietta c’era un messaggio di sostegno per l’Ucraina e per le donne in Iran.

Sì. E non voglio che si pensi che l’ho fatto per farmi vedere o per avere il mio momento di gloria. Sono cose in cui credo davvero: sono stato volontario in Ucraina per un mese, prendevamo bambini, donne e anziani e li mettevamo su un pulmino per portarli al confine con la Polonia. Ricordo bene la devastazione che ho trovato dappertutto quando sono arrivato.

Dal calcio giocato alle invasioni di campo: come ha iniziato?

Tutto è partito da una scommessa con gli amici: poi ho capito che oltre a darmi una fortissima scarica di adrenalina, avrei potuto usare le mie improvvisate per diffondere dei messaggi positivi, su temi di cui magari si parla per un po’ perché di moda e di cui a lungo termine ci si dimentica.

Per esempio?

Contro il razzismo e a favore dei diritti umani si fa sempre un gran parlare ma fatti se ne vedono pochi. Perché anche chi potrebbe fare qualcosa di concreto rimane fermo? Non mi faccia pensare male…

Ormai il sasso lo ha lanciato.

Forse c’è qualcuno interessato a che certe zone del mondo siano lasciate a se stesse? Sono stato in missione in Burundi e ho visto bambini piccolissimi morire letteralmente tra le braccia delle loro madri perché malnutriti. E’ davvero possibile oggi, con tutte le conquiste del mondo contemporaneo, permettere ancora che un bambino muoia di fame?

Un po’ Robin-Hood, un po’ Don Chisciotte. E’ vero che una volta ha fatto arrabbiare Giorgia Meloni?

(ride, nda) Ma no, diciamo che ho fatto rumore.

Racconti.

Ormai quasi dieci anni fa, per scherzo decisi di candidarmi alle elezioni della mia città. Lo feci con un partito a caso, visto che per me politici e potenti sono tutti uguali, quello  di Giorgia Meloni. La cosa fece scalpore perché decisi di mettere sui manifesti elettorali una foto di me in mutande.

E il partito come reagì?

Nessuna reazione spropositata, se la mia foto fosse stata davvero un problema non avrebbero certo approvato i manifesti. La trovata però, lo ammetto, fu geniale. Era un modo per dire: “Fate qualcosa o finiremo tutti in mutande”.

Certo che però in dieci anni la ruota della politica ha fatto un giro vertiginoso. E oggi Giorgia Meloni è premier.

Le va data fiducia, per me è difficile perché gliel’ho detto: non mi fido più di nessuno. Ci vogliono più fatti: oggi io vedo una politica pronta a cambiare immediatamente bandiera in nome dell’interesse personale, non ci sono più valori e pochi credono davvero in ciò che dicono. C’è bisogno di più persone vere.

E nel concreto?

Mi aspetto un maggiore supporto alle famiglie stremate dalla crisi: gli stipendi sono sempre quelli, ma le bollette continuano a salire. Se a una famiglia che vive con 1500 Euro togli 700 Euro di bolletta del gas o della luce, cosa resta?