5 Gennaio 2019 - 12:35

Migranti, Salvini e Di Maio litigano sull’approdo della Sea Watch

Sul tema dei migranti, c’è stata una mini-svolta inaspettata da parte di Luigi Di Maio. E Matteo Salvini non l’ha presa molto bene

Svolta a sorpresa nel Governo italiano, anche se si può parlare di una mini-svolta. Dopo che il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha ribadito che l’Italia non era disponibile ad accogliere i migranti bloccati su due imbarcazioni al largo di Malta e della Sicilia, Luigi Di Maio ha aperto ad una soluzione. L’idea è quella di accogliere quantomeno donne e bambini a bordo della Sea Watch.

Malta faccia sbarcare subito donne e bambini da quelle imbarcazioni e li mandi in Italia. Li accoglieremo. Siamo pronti ancora una volta a dare, come sempre, una lezione di umanità all’Europa intera.” ha scritto in un post su Facebook.
In questo modo, il vicepremier accontenterebbe anche Matteo Salvini, e non smentirebbe la chiusura dei porti italiani tanto cara al leader leghista.

Quest’ultimo, però, ha subito risposto all’appello del suo “compagno” di Governo, indicando il perseguimento di tutt’altra linea.
Una nave tedesca e una nave olandese, in acque maltesi. Ma ad accogliere dovrebbe essere ancora una volta l’Italia. La nostra Italia che ha già accolto quasi un milione di persone negli ultimi anni, la nostra Italia dove più di un milione di bambini vive in condizioni di povertà assoluta. Il traffico di esseri umani va fermato: chi scappa dalla guerra arriva in Italia in aereo, come già fanno in tanti, non con i barconi. Possiamo inviare a bordo medicine, cibo e vestiti, ma basta ricatti. Meno partenze, meno morti. Io non cambio idea.

Inattesa questa scissione da parte del Governo, soprattutto alla luce di tutto ciò che Luigi Di Maio aveva dichiarato precedentemente. Il vicepremier aveva, infatti, sempre sostenuto le idee del suo corrispettivo leghista. La ragione del “cambiamento” potrebbe risiedere internamente al partito.

Cambiamento e sfida all’Europa

La mossa fatta da Di Maio ha una duplice lettura. In primis, tende a placare gli animi interni del Movimento 5 Stelle. Infatti, negli ultimi tempi, vi sono stati sempre più mal di pancia proprio a causa del sostegno dato sull’argomento migranti alla linea dura dettata da Matteo Salvini. De Falco ne è stato l’emblema, in quanto l’ex capitano è stato espulso proprio a causa delle promesse venute meno da parte del Movimento.

A questo punto, il capo del partito dovrebbe aver deciso, di comune accordo con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, di porre un freno alle ostilità. Basta assecondare (in maniera passiva) le voglie di un ministro dell’Interno protezionista e sempre più in procinto di staccarsi fin dalle prossime Europee. Basta guerre.

Dall’altro lato, però, questo segnale di improvvisa apertura mira a far “intenerire” anche la stessa Unione Europea. Dal Movimento 5 Stelle, infatti, questo è un segnale che mira esplicitamente al dialogo con i “capi alti“, e mira soprattutto a dare una sorta di esempio alla stessa Europa. Come a dire “guardate, noi non siamo il nemico che credete, l’intenzione è quella di cambiare l’Europa in positivo, non di distruggerla dal suo interno”.

In previsione delle Elezioni Europee imminenti, questa potrebbe essere una mossa decisiva. Difficile credere, infatti, che Matteo Salvini e il Movimento 5 Stelle si presentino insieme in coalizione al prossimo appuntamento decisivo per la politica internazionale. Le strade delineate sembrano opposte. Da un lato, la strada tracciata è quella di una grande alleanza sovranista, che raccoglie tutti i partiti conservatori che mirano alla “rivoluzione” nazionalista, come quella “salviniana”.

Dall’altro, la strada è molto più arzigogolata e difficile da percorrere. Infatti, è difficile pronosticare che, all’appuntamento, il Movimento 5 Stelle si presenti da solo, senza nemmeno un aiuto. Dall’altra parte, però, chi sarebbero gli alleati ideali per una forza presentatasi come antipolitica, ma che si è poi riscoperta fermamente democratica?

Il pastiche con Podemos

Se proprio dovessimo scegliere l’alleato ideale per il Movimento 5 Stelle, in Europa, noi di ZON.it sceglieremmo Podemos. Il partito con cui il PSOE è al Governo attualmente in Spagna è l’ideale alleato per la formazione politica italiana. Si tratta, infatti, di una realtà che condivide molte cose con il suo corrispettivo italiano.

Populismo (di sinistra), un volontario repubblicanesimo e (soprattutto) una spiccata propensione per la e-democracy e per la democrazia diretta sono da sempre i principi morali del partito spagnolo. Chi meglio di loro può assistere il Movimento 5 Stelle nell’impresa alla conquista dell’Europa?

Assodato che l’alleanza sovranista non è sicuramente nelle corde del partito di Governo, non resta che sfogliare la rosa e capire quali opportunità cogliere. Un’altra alternativa (inattesa) potrebbe essere data dai cosiddetti “gilet gialli“, che se venissero a costituire un partito politico potrebbero dare man forte al volere pentastellato.

Niente più Matteo Salvini. Niente più Lega sovranismo. Il Movimento 5 Stelle ha capacità metamorfiche degne di qualsiasi liquido, si sa adattare benissimo a seconda delle esigenze. E non fatichiamo a credere che possa succedere anche in previsione delle Elezioni Europee.